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Intervista agli esperti del CT 76 CEI – Sicurezza delle radiazioni ottiche e apparecchiature laser

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Officer’s Corner: parola agli esperti

CT 76 “Sicurezza delle radiazioni ottiche e apparecchiature laser”

 

Stefano Andreoli (Presidente CT 76)

Fisico dirigente presso la SC Fisica Sanitaria della ASST Papa Giovanni di Bergamo XXIII.

È Presidente del CEI CT 76 “Sicurezza delle radiazioni ottiche e apparecchiature laser” e del CEI SC 62C “Apparecchiature per radioterapia, medicina nucleare e dosimetria delle radiazioni”.

È laureato in Fisica con specializzazione in Fisica Sanitaria presso la Università degli studi di Milano.

Esperto di Radioprotezione di II grado e Addetto Sicurezza Laser della ASST.

Referente Qualità e Preposto per la sicurezza della SC Fisica Sanitaria.

Nella sua attività lavorativa si occupa prevalentemente degli aspetti fisici e dosimetrici in radioterapia, di radioprotezione degli operatori e di sicurezza laser.

Membro del Gruppo di Lavoro “Sicurezza Laser in Ambito Sanitario” della Associazione Italiana di Fisica Medica e Sanitaria (AIFM).

 

Enrico Galbiati (Segretario CT 76)

Laureato in Fisica presso l’Università Statale di Milano, si occupa di sicurezza laser dal 1986, anno in cui è entrato a far parte del CEI CT 76 “Sicurezza delle radiazioni ottiche e apparecchiature laser”.

Da allora partecipa attivamente anche in diversi gruppi di lavoro del TC 76 IEC “Optical radiation safety and laser equipment”: WG 1, WG 3, WG 4, WG 5, WG 7, WG 8, WG 9, JWG 10, JWG 12, JWG 21.

Nel 2001 ha ottenuto la certificazione di “Laser Safety Officer” presso l’Università di Burleigh Court (UK).

Nel 2008 ha ricevuto l’IEC “1906 Award” come riconoscimento per l’attività svolta nello sviluppo della normativa sulla sicurezza laser.

Dal 2010 al 2019 è stato Presidente del CEI CT 76 e attualmente ne è il Segretario.

Ha coordinato il gruppo di lavoro del CEI CT 76 che ha preparato la Norma “Profili professionali per la sicurezza laser”.

È anche membro del CEI SC 34A “Sorgenti luminose elettriche” e del CEI SC 62D “Apparecchi, software e sistemi particolari per uso medico”.

Fa inoltre parte del SC 62D/MT 27 IEC “Luminaires for surgery and diagnosis”, nel quale ha contribuito alla definizione dei limiti fotobiologici per le lampade scialitiche e un particolare metodo di misura per la radianza.

Ha pubblicato diversi articoli su riviste nazionali e internazionali in materia di sicurezza laser.

 

Intervista agli Officer’s

 

Cosa potete dirci del percorso che ha portato alla pubblicazione della nuova norma italiana 76-17 sugli aspetti professionali della sicurezza laser?

L’inizio di questo percorso ha implicato la necessità di interpellare i Paesi membri del CENELEC attraverso la Vilamoura procedure che prevede di notificare al CENELEC l’intenzione di elaborare una nuova norma in modo tale che i vari Paesi possano comunicare il loro eventuale interesse al nuovo lavoro. In considerazione del limitato riscontro, abbiamo potuto procedere con la stesura della norma italiana.

Nel 2020, in seno al CT 76, è stato creato un Gruppo di lavoro costituito da specialisti in materia di sicurezza laser, con lo scopo di pubblicare una norma per uniformare la disciplina dei profili professionali che si occupano di questo fattore di rischio.

Dopo cinque anni di lavoro sulla redazione della norma, si è arrivati ad un documento condiviso, chiaro e dettagliato.

La Norma 76-17 “Profili professionali per la sicurezza laser” è stata pubblicata nel novembre 2024.

 

Qual è l’aspetto principale della nuova norma europea CEI EN 50689 sui prodotti “consumer”?

La nuova Norma CEI EN 50689 specifica le caratteristiche di un prodotto laser “consumer”, cioè che può essere commercializzato senza particolari restrizioni. Questa norma è stata originata da un progetto sviluppato e applicabile solo in ambito CENELEC.

L’aspetto più rilevante della nuova norma è l’introduzione, tra prodotti laser “consumer”, di una parte della classe 3R. Questa introduzione ha richiesto diverse riunioni e discussioni, in quanto i prodotti laser di classe 3R sono comunque in grado di provocare danni oculari alla retina, anche se con probabilità molto bassa rispetto alle classi 3B e 4.

A causa di questa potenziale pericolosità, inizialmente alcuni Paesi – Italia, Germania e Francia – erano contrari, anche se solo una parte della classe 3R, quella meno pericolosa, era prevista per i prodotti “consumer”. Alla fine di queste discussioni e confronti tra i vari Paesi si è raggiunto un accordo che prevede importanti limitazioni sulla potenza di picco di questi prodotti laser e sulle lunghezze d’onda consentite.

Inoltre, su specifica richiesta dei Paesi inizialmente contrari, per i prodotti “consumer” di classe 3R è stato introdotto il requisito di evitare che l’emissione dei prodotti laser sia fatta involontariamente dall’utilizzatore. Per raggiungere questo obiettivo, è stato richiesto al produttore di inserire meccanismi che evitino il problema.

Particolari restrizioni sono applicate anche ai prodotti “child appealing”, cioè che sono oggetto di attenzione da parte dei bambini.

In ogni caso, la fascia più pericolosa della classe 3R e le classi 1M, 2M, 3B e 4 sono escluse dai prodotti “consumer”.

 

Quali sono le novità introdotte dall’A11 alla Norma CEI EN 60825-1?

L’A11 CENELEC rende la Norma europea EN 60825-1 differente dalla Norma IEC 60825-1.

Le principali novità e differenze tra la norma europea e quella IEC possono essere sintetizzate come segue:

  • Riguardo alla protezione della pelle per i prodotti laser di classe 1, 1M e 3R, i limiti della classe 3B sono stati sostituiti direttamente con i valori di esposizione massima permessa (EMP) della pelle. Questo migliora il livello di sicurezza di queste classi;
  • Su specifica richiesta del CT 76 CEI, è stato chiarito in modo più dettagliato il significato di “sorgente apparente”, indicando in modo esplicito e preciso come misurarne le dimensioni. L’obiettivo di questa migliore descrizione è quello di evitare l’errore molto frequente di considerare sorgente estesa una sorgente apparente che invece è puntiforme, come in realtà accade nella quasi totalità dei casi di osservazione diretta dei fasci laser. È importante notare che considerare estesa una sorgente che in realtà è puntiforme può sottostimare il rischio retinico in modo notevole, esponendo l’utilizzatore a rischi spesso rilevanti, oltre a causare una classificazione errata del prodotto laser;
  • In questo amendment sono state fornite indicazioni più complete e chiare su come gestire due situazioni piuttosto complesse: prodotti laser costituiti da sorgenti multiple (ad esempio, diode arrays) o con emissione di impulsi raggruppati in modo non regolare, cioè non emessi con frequenza uniforme.