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Numero 7 | 2025

TECNOLOGIE QUANTISTICHE (QUANTUM)

LA NORMATIVA SULLA SICUREZZA DEI LAVORI CON RISCHIO ELETTRICO

Giorgio De Donà, Vicepresidente CEI CT 78

 

La gestione del rischio elettrico è fondamentale per assicurare a chi opera su impianti e linee elettriche la possibilità di eseguire le attività lavorative in sicurezza ed efficienza.

Attualmente, in Europa, tutti membri del CENELEC applicano la Norma EN 50110 il cui scopo è quello di fornire le prescrizioni generali per l’esercizio sicuro e l’esecuzione dei lavori su, con o in prossimità di impianti elettrici. La norma è stata concepita come strumento per avviare un graduale allineamento in Europa dei livelli di sicurezza associati all’esercizio e ai lavori sugli impianti elettrici.

Da circa due anni, anche in ambito internazionale IEC, si sta lavorando per inserire la stessa struttura normativa a livello mondiale; tale progetto è gestito dal IEC Project Committee 128 e sviluppato sotto forma di Technical Specification TS 63527.

In Italia, la norma europea è stata declinata nella norma nazionale CEI 11-27 “Lavori su impianti elettrici” e CEI 11-15 “Esecuzione di lavori sotto tensione su impianti elettrici di Categoria II e III in corrente alternata” per tener conto delle disposizioni legislative dettate dal D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro).

 

PARTE 1: DALLA NORMA EN 50110 ALLA NORMA CEI 11-27

 

ORIGINE E STORIA DELLA NORMA EN 50110

La storia di questa norma, ormai trentennale, rappresenta un capitolo importante nell’ambito della sicurezza dei lavori con rischio elettrico: vale la pena di ricostruirla, con l’esperienza di chi ha contribuito alla sua stesura, partecipando sin dal 1994 ai lavori della EN 50110.

Come noto, la CEI 11-27 è l’applicazione nazionale della norma europea EN 50110-1, e ne ha seguito l’evoluzione, che possiamo ripercorrere ricordando le principali tappe.

Nel 1991 il CENELEC (su incarico dalla Commissione Europea) decise, attraverso il proprio Technical Board, di intraprendere una nuova strada, promuovendo un progetto di norma che non si occupasse di prodotti, ma che definisse criteri organizzativi e metodologici per i lavori elettrici con particolare attenzione alla valutazione del rischio elettrico e la sicurezza sul lavoro.

Lo scopo era quello di individuare lo stato dell’arte in Europa e redigere le regole generali comuni per le “Operation of electrical installation”.

Venne creata una Task Force del Technical Board, la BTTF 62-3, con segreteria e coordinamento affidati al Comitato Nazionale tedesco, con i seguenti compiti:

  • fornire le prescrizioni generali per l’esercizio sicuro degli impianti elettrici e per l’esecuzione dei lavori su, o in prossimità di tali impianti
  • analizzare le tecniche di lavoro e le « regole legislative » presenti in Europa, individuare e proporre una linea comune di regole, con l’obiettivo finale di armonizzarle per favorire il libero scambio di mezzi e persone nell’Unione Europea.

La sola esperienza antecedente a questa iniziativa era rappresentata dal documento NFPA 70 negli Stati Uniti.

Dopo alcune riunioni preparatorie, la BTTF 62-3 decise di impostare il lavoro dividendolo in due documenti (“Parti”):

  • EN 50110 -1 in cui verranno sviluppate le prescrizioni generali per l’esercizio sicuro degli impianti elettrici e per l’esecuzione dei lavori
  • EN 50110-2 in cui verranno inserite e tenute aggiornate le leggi, i regolamenti e le norme nazionali, con l’impegno di spingere i vari Stati membri ad uniformare i principi generali e raggiungere un’omogenità di approccio sui lavori con rischio elettrico.

È utile riportare l’Introduzione alla prima edizione della EN 50110-1 del 1996:

“… Si ritiene che questo modo di concepire la norma sia un primo decisivo passo per il graduale allineamento in Europa dei livelli di sicurezza associati all’esercizio degli impianti elettrici ed all’esecuzione dei lavori su, o in prossimità di tali impianti.

Il presente documento riconosce le diverse vigenti prescrizioni nazionali per la sicurezza.

L’intendimento è di creare, nel corso del tempo, un livello di sicurezza comune a tutti i Paesi Membri”.

 

PRINCIPI OPERATIVI

Il Gruppo di Lavoro, sin dalle prime riunioni, si organizzò per individuare la struttura del documento, in modo da fornire una chiara applicazione dei principi e dei criteri di sicurezza da fornire ai datori di lavoro ed ai lavoratori.

L’approccio venne strutturato su tre criteri:

  1. Definizione delle tecniche di lavoro, attraverso l’individuazione delle distanze dalle parti attive in tensione, con le conseguenti tecniche:
    • per mettere fuori tensione gli impianti
    • per eseguire i lavori sotto tensione
    • per eseguire i lavori in prossimità
  2. Individuazione dei Ruoli e dei Compiti assegnati al personale, durante il processo esecutivo
  3. Individuazione delle professionalità e delle competenze necessarie per indentificare le persone che lavorano ed eserciscono gli impianti elettrici.

 

DISTANZE E TECNICHE DI LAVORO

La definizione e l’individuazione delle tre metodologie lavorative fu definita “individuando delle distanze dalle parti attive, che creano delle zone di lavoro”, violando le quali gli operatori dovranno adottare regole, attrezzatura e competenze specifiche.

L’idea originale per questa scelta fu che si deve sapere dove si trova il rischio, e occorre operare analizzando la posizione di lavoro assicurando l’incolumità dei lavoratori attraverso la valutazione e l’analisi del rischio elettrico.

La Figura 1, tratta dalla norma, illustra come procedere nella valutazione dei rischi.

Figura 1 – Diagramma di flusso “procedure per la pianificazione dell’attività lavorativa”

 

Nella Figura 2 è rappresentato uno schema in cui sono riportate le distanze DL e DV dalla parte attiva in tensione, che definiscono le zone di lavoro e da cui prendono i nomi le tecniche di lavoro “Sotto tensione” e “in Prossimità”.

Le distanze DV devono essere viste come “corona di protezione” per evitare di entrare nella DL: infatti, si è scelto di operare sulla DL con una maggiorazione di 1 metro o sui multipli scelti in base ai livelli di tensione dell’impianto su cui si lavora.

Tali zone di lavoro, se invase da operatori o da attrezzi da essi maneggiati, impongono tecniche specifiche di lavoro, attrezzature idonee e diversa preparazione degli operatori.

Figura 2 – Distanze in aria e zone

Dove: DL = distanza limite per il lavoro sotto tensione; DV = distanza limite di prossimità

 

Si lavora fuori tensione solo quando le parti attive non hanno più cariche elettriche, dopo che sono state applicate le 5 indicazioni per eseguire i lavori fuori tensione (e sono quindi state annullate le distanze DL e DV):

  1. sezionare la parte di impianto interessata al lavoro
  2. prendere provvedimenti contro la richiusura intempestiva dei dispositivi di sezionamento
  3. verificare che l’impianto sia fuori tensione
  4. eseguire la messa a terra e in cortocircuito delle parti sezionate
  5. provvedere alla protezione verso le eventuali parti attive adiacenti.

È interessante fare una precisazione sulle dimensioni delle distanze DL e DV e sulla loro genesi.

Come riportato sopra, la distanza DV è derivata dalla distanza DL, i cui valori attuali sono nati nella seconda edizione della EN 50110-1, grazie ad un’intuizione dei membri italiano e francese della BTTF 62-3 nel 2001.

Infatti, nella prima edizione della 50110-1 la tabella delle distanze era ricavata da una norma che faceva riferimento alle prove di tenuta elettrica delle apparecchiature, con valori estremamente alti rispetto alla pratica lavorativa quotidiana. Tale scelta era stata fatta pensando che la DL e la DV dovessero dare dei parametri tecnici a chi operava sugli impianti elettrici.

La svolta fu nel constatare e condividere il fatto che gli spazi definiti da DL e DV di tipo “regolamentare” erano distanze con significato più amministrativo che tecnico, dovevano cioè dare dei riferimenti per organizzare e scegliere le tecniche di lavoro da utilizzare, lasciando ad altre norme, come ad esempio la CEI EN 61472-1 e -2 i compiti di calcolare le distanze tecniche per i lavori sotto tensione.

Si fece un’indagine e si raccolsero i valori utilizzati in ogni nazione europea per vari livelli di tensione, dalla bassa tensione alla AAT; tutti risposero inviando i valori utilizzati per la DL (inizio della pratica dei lavori sotto tensione) e il valore più basso, tra quello inviato, fu preso come riferimento per la tabella della EN 50110-1 (Ed. 2).

Nelle Figure 3 e 4 sono riportati i valori arrivati dall’indagine: come si può notare, in Europa esistevano molte differenze.

Figura 3 – Valori di tensione in Europa (2005) Figura 4 – Distanze DL in Europa (2005)

PROFESSIONALITÀ E RUOLI

Parlando di professionalità e ruoli, la Norma CEI EN 50110-1 ha definito in modo univoco i termini e diviso le responsabilità in caso di controversie, ma soprattutto ha fornito criteri chiari su come devono essere preparati i lavori:

  1. dettagliandone le metodologie
  2. individuando la professionalità dei lavoratori
  3. specificandone i ruoli necessari per l’esecuzione
  4. definendone le responsabilità.

La mancanza di preparazione del lavoro, insieme alla mancanza di competenza, sono state individuate come le principali cause dell’annoso problema degli infortuni e degli incidenti in campo elettrico.

Nella Figura 5 sono riportati i ruoli e le professionalità individuali per l’applicazione della norma.

Figura 5 – Ruoli e competenze definiti dalla CEI EN 50110-1

Ai ruoli del “Responsabile impianto” e del “Preposto ai lavori”, che nascono nel momento in cui si deve eseguire un lavoro, si è aggiunta nell’ed. 2024 della Norma CEI EN 50110-1 la figura del “Gestore dell’impianto”, o colui che ne garantisce il funzionamento durante tutto l’anno: tale figura è stata inserita per definire meglio alcune responsabilità di quest’ultimo che in passato era stato coinvolto e condannato in caso di incidente, pur avendo affidato a professionisti l’esecuzione dei lavori non avendo in prima persona competenze elettriche specifiche. Il giudice lo aveva individuato come RI.

 

NASCITA DELLA NORMA ITALIANA CEI 11-27

In Italia le cose sono andate un po’ diversamente: siamo forse l’ultima nazione al mondo in cui continuano ad essere vietati i lavori sotto tensione (art. 82 del Decreto Legislativo 81/08). Per tale motivo, a livello di Comitato Elettrotecnico Italiano CEI, e in particolare del CT 78, è stato necessario suddividere i contenuti ed illustrare la loro applicazione in due norme specifiche (la CEI 11-27 e la CEI 11-15), a differenza di molti Paesi europei, che hanno semplicemente tradotto la EN 50110-1 nella loro lingua e la applicano come da originale.

 

Figura 6 – Passaggio dalla EN 50110 alle Norme CEI 11-27 e CEI 11-15 (D.Lgs. 81/08)

La nascita della CEI 11-27 si è resa necessaria per poter eseguire i lavori sotto tensione in bassa tensione e per organizzare i lavori fuori tensione e in prossimità per tutti i livelli di tensione.

Il massiccio cambio di contatori in tutta Italia diede un grande impulso allo sviluppo della Norma CEI 11-27.

Per chi volesse leggere il testo delle Norme EN 50110-1 e -2, può far riferimento alle norme recepite rispettivamente come CEI EN 50110-1 (CEI 11-48) e CEI EN 50110-2 (CEI 11-49).

Ultima curiosità: le norme italiane hanno come primo numero “11”, e quindi si potrebbe pensare siano gestite all’interno del Comitato CEI CT 11: in realtà, la responsabilità della loro gestione è attualmente del Comitato CEI CT 78 “Lavori sotto tensione”, ma hanno mantenuto questa numerazione perché alla loro nascita il riferimento era il SottoComitato “11C”.

 

 

PARTE 2: I PRINCIPALI ELEMENTI CARATTERIZZANTI LA NORMA CEI 11-27

 

La lunga storia della EN 50110 e della CEI 11-27 ha contribuito a creare un punto di riferimento per tutte le aziende che operano nelle attività con rischio elettrico.

Gli acronimi PES, PAV e PEC sono diventati di dominio comune e si ritrovano ormai in tutti gli appalti e in tutte le attività in cui sia presente “un impianto elettrico”.

Sono passati trent’anni dalla prima edizione della EN 50110 ma le quattro colonne fondamentali della sicurezza sono rimaste le stesse.

 

COMPETENZE

Le figure della persona esperta (PES), avvertita (PAV) e comune (PEC) hanno mantenuto le stesse caratteristiche, è stato affinato nel tempo il loro abbinamento con i ruoli, sono di fatto i termini con cui viene individuata la norma.

Nel tempo si è giunti ad alcune scelte importanti: ad esempio, le competenze dei PES sono state specificate abbinandole ai ruoli con precisione sempre più puntuale nelle varie edizioni, sottolineando che la nomina da parte dei datori di lavoro deve essere accompagnata non solo da formazione teorica, ma anche da attività formativa pratica, affiancamento e controllo.

Oltre a quanto presente nella EN 50110, la CEI 11-27 ha dovuto tenere in considerazione anche quanto prescritto nell’art. 82 del Decreto Legislativo 81/08, in cui si vietano i lavori sotto tensione in Italia; salvo poi specificare che essi sono consentiti se il datore di lavoro rende idonei i propri dipendenti, per attività lavorative sotto tensione sino a 1000 V in c.a. e 1500 V in c.c.

Idoneità che qualcuno chiama, impropriamente, “PEI”…

Per rendere idonee le persone occorre fornire loro DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) idonei e una formazione specifica, in particolare se i DPI sono di categoria III (cioè salvavita).

Il datore di lavoro, fornendo tali dispositivi deve anche confermarne l’idoneità, come richiede il D.Lgs. 81/08, in quanto è previsto (nella valutazione dei rischi) che possano essere utilizzati per lavori in contatto con parti attive.

 

RUOLI

Gli acronimi URI, RI, URL e PL da molti anni sono di fatto entrati nella descrizione dell’organizzazione di lavori elettrici e applicati a soggetti interessati agli stessi (aziende, ecc.).

L’esperienza maturata in questi anni ha suggerito agli esperti del Comitato Tecnico CEI CT 78 (estensore della Norma) di mettere in evidenza alcune tra le figure coinvolte nel processo lavorativo, aggiungendo elementi utili all’individuazione delle relative responsabilità.

Alla luce delle novità della CEI EN 50110-1, le definizioni ed i relativi acronimi sono stati rivisti anche nella nuova edizione 2025 della CEI 11-27, per fare chiarezza circa i ruoli e dare risposta anche a problematiche emerse nei confronti del D.Lgs. 81/08.

 

Tabella 1 – Confronto tra precedenti e nuovi acronimi e designazioni

Acronimo

CEI 11-27

Ed. 2021

Designazione CEI 11-27

Ed. 2021

Nuovo acronimo

CEI 11-27

Ed. 2025

Nuova designazione CEI 11-27

Ed. 2025

Designazione

EN 50110-1

Ed. 2023

Acronimo

EN 50110-1

Ed. 2023

URI Unità Responsabile di un Impianto elettrico GI Gestore Impianto installation manager IM
RI Responsabile di un Impianto elettrico RI Responsabile impianto operation controller OC
URL Unità responsabile della Realizzazione del Lavoro GL Gestore programmazione lavoro / /
PL Persona preposta alla conduzione dell’attività lavorativa RLE Responsabile del Lavoro elettrico work controller WC
LAV Lavoratore worker W

Rispetto all’edizione precedente, ad esempio, la figura del Preposto al Lavoro (PL) è stata trasformata in “Responsabile del lavoro Elettrico” (RLE), risolvendo di fatto il dilemma tra la figura “Preposto” della CEI 11-27 e quello della figura del “Preposto” del D.Lgs. 81/08.

È stata inoltre aggiunta la figura del “lavoratore” (LAV), che non era presente.

 

FORMAZIONE

La sola formazione teorica non è sufficiente per fornire al “Datore di Lavoro” la garanzia delle competenze necessarie per la nomina dei propri dipendenti, ma deve essere affiancata alle attività pratiche specifiche. Questo principio rappresenta sicuramente un punto centrale della norma.

Oltre alla formazione in presenza, è stata ribadita la possibilità di utilizzare la formazione teorica a distanza, con modalità sincrona, per i contenuti specifici della norma relativi al rischio elettrico (ruoli, preparazione del lavoro, metodologie, distanze, ecc.).

La modalità asincrona è possibile per le parti richieste dalla formazione che trattano le conoscenze generali di elettrotecnica e sicurezza, non contenute nella norma stessa.

Sempre per la formazione, riferita allo specifico lavoro svolto, in ottemperanza a quanto stabilito dal D.Lgs. 81/08, è stato confermato un aggiornamento obbligatorio con cadenza almeno quinquennale.

 

SAPER FARE

“Saper fare” è il requisito che raccoglie tutti i concetti di sicurezza per garantire la gestione del rischio elettrico: si è fatto un notevole sforzo, con l’intento di fornire un valido supporto nelle scelte della metodologia da applicare e nella relativa preparazione.

Naturalmente nella norma non sono presenti sequenze operative o preparazioni specifiche di attività lavorative, ma vengono fornite indicazioni chiare rispetto alle scelte dei metodi di lavoro, del personale da coinvolgere e su come operare (in particolare, per i lavori sotto tensione ed in prossimità).

Punto fondamentale su cui si è insistito nel testo della norma, è la documentazione da produrre ed utilizzare per una buona preparazione del lavoro.

La preparazione della documentazione è un fattore primario per la sicurezza nei lavori con rischio elettrico, in particolare negli impianti complessi.

Nella nuova norma è stato sottolineato che le indicazioni, la progettazione, la preparazione e la gestione delle attività lavorative sono rivolte al rischio elettrico per le persone: la CEI 11-27 focalizza l’attenzione sulle persone e sui lavoratori, non sui rischi per gli impianti che sono oggetto di altre norme.

Sono state introdotte specifiche indicazioni per la scelta della metodologia di lavoro, con particolare attenzione e suggerimenti per il calcolo delle distanze dei posti di lavoro dalle parti attive non protette, nei lavori in prossimità e vicinanza.

I rapporti tra chi gestisce l’impianto e chi “ci mette le mani” sono stati ulteriormente specificati in modo da chiarire quali sono le responsabilità e quali informazioni si devono trasmettere attraverso le comunicazioni e le documentazioni.

Sono stati ampliati e chiariti e i concetti di “Supervisione” ed “azione preventiva”, concetti che dovranno essere applicati nelle circostanze e modalità descritte dalla norma.

Oltre alle modifiche significative sopra descritte, in questa edizione della Norma sono stati aggiornati i riferimenti normativi, corretti alcuni refusi e rivista l’impaginazione del documento.

Speriamo di aver fatto un lavoro utile ed applicabile!

 

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