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Prove di incendio su cavi elettrici – Parte 2: Prova di non propagazione dell’incendio
Le ricerche per lo sviluppo di cavi non propaganti l’incendio sono iniziate su vasta scala più di una cinquantina di anni fa, soprattutto in conseguenza di alcuni grossi incendi verificatisi in importanti centrali elettriche, come ad esempio quello che si verificò nel 1967 nella centrale termoelettrica di La Spezia. Da tale evento si comprese che il comportamento di un cavo all’incendio dipendeva, fra gli altri fattori, dalla qualità dei materiali non metallici presenti e dalle relative condizioni di installazione.
Una delle prime prove sviluppate in tema di “comportamento al fuoco” fu quella relativa alla prova di non propagazione della fiamma descritta nella serie di Norme CEI 20-35 (oggi EN IEC 60332-1). Tale prova si esegue sottoponendo un singolo spezzone di cavo posto verticalmente all’azione di una fiamma normalizzata di un cannello Bunsen per un periodo di tempo limitato. Questa prova ha lo scopo di verificare l’autoestinguenza del cavo stesso quando viene installato singolarmente: il cavo che supera tale prova viene definito “non propagante la fiamma”.
Tuttavia, a seguito di numerosi e gravi incidenti verificatisi in diversi luoghi quali metropolitane, alberghi ecc., dove i cavi venivano posati non singolarmente ma a fascio, si decise di sviluppare – per tenere conto del ruolo determinante che i cavi stessi fornivano per lo sviluppo e la propagazione dell’incendio – metodi di prova (full scale) sempre più atti a simulare le reali condizioni di incendio e che tenessero conto di differenti fattori, quali il volume di materiale combustibile esposto al fuoco (carico d’incendio), la disposizione (montaggio) all’interno degli impianti di prova, la temperatura alla quale era possibile l’innesco dei gas e il conseguente sviluppo di fiamme, il volume d’aria che passava attraverso la zona d’installazione del cavo, la costruzione del cavo (es. armato o non armato).
Tra le prove messe a punto in diversi Paesi c’era la prova italiana – pubblicata nella sua prima edizione negli anni ‘70, nota come prova CEI 20-22 (divenuta negli anni CEI 20-22/2 per distinguerla dalle prove descritte dalla serie di Norme internazionali CEI 20-22/3) che ha sempre costituito un riferimento sia per gli utilizzatori sia per i costruttori di cavi, per capacità selettiva e per riproducibilità dei risultati. La prova consisteva nel sottoporre, all’interno di un camino in muratura con ingresso di aria alla base, un fascio di cavi tra loro accostati e di quantità nota all’azione di surriscaldamento di un forno elettrico normalizzato per un tempo definito. Sotto l’azione del calore sviluppato dal forno iniziava poi il vero processo di sviluppo di fiamme lungo tutto il fascio di cavi. Al termine della prova veniva misurata la lunghezza della porzione carbonizzata, che doveva essere contenuta entro un determinato limite al fine di poter considerare la prova superata e attestare il cavo di tipo “non propagante l’incendio”.
Tale prova, come già detto, nata per necessità alla fine degli anni ’70 e la cui ultima revisione è avvenuta nel 2006, è stata capostipite delle più aggiornate norme internazionali della serie EN IEC 60332-3, le cui ultime edizioni sono state recepite dal CEI nel 2019.
L’orientamento dettato dalla internazionalizzazione dei mercati su prodotti aventi caratteristiche di comportamento al fuoco sempre più comuni (serie EN IEC 60332-3), la cogenza introdotta in ambito europeo dal Regolamento dei Prodotti da Costruzione (CPR) n° 305/2011 UE anche ai cavi elettrici e lo sviluppo di nuove metodologie di valutazione (EN 50399) hanno di fatto spostato il lavoro normativo e la sperimentazione ad essa legata su protocolli di prova atti a fornire informazioni ancora più complete ai progettisti e agli addetti ai lavori in termini di installazione e di comportamento di reazione al fuoco dei cavi.
Pertanto, durante le ultime due riunioni del CT 20 (dicembre 2019 e luglio 2020), data la vetustà della metodologia nazionale, della continua necessità di manutenzione della camera di prova installata in unico laboratorio sul territorio italiano, è stato deciso di abrogare la Norma CEI 20-22/2 a partire dal 28/02/2021 (termine poi posticipato al 1 aprile 2021) suggerendo, qualora la necessità di mercato richiedesse per un determinato cavo la verifica delle caratteristiche di reazione al fuoco, l’utilizzo di una delle metodologie previste dalle Norme CEI EN 60332-3-22 o CEI EN 60332-3-24.