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CEI CT 113

28/09/2021
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Nanotecnologie per sistemi e prodotti elettrotecnici.

CAMPO DI APPLICAZIONE

Il CT 113 si occupa della standardizzazione delle tecnologie relative ai prodotti e ai sistemi nel campo delle nanotecnologie, in stretta collaborazione con Technical Committees della IEC e dell’ISO. Le nanotecnologie possono essere utilizzate in un’ampia gamma di applicazioni, quali ad esempio: componenti elettronici, ottici, magnetici, elettromagnetici, elettroottici; riguardano, inoltre, componenti per telecomunicazioni, per produzione di elettricità, dispositivi per celle combustibili e celle per impianti fotovoltaici, componenti per accumulo di energia.

STRUTTURA

Il CT 113 non è strutturato con Gruppi di Lavoro permanenti. Il CT 113 opera in collaborazione con la Commissione Tecnica UNI “Nanotecnologie” corrispondente del TC ISO 256.

COMITATI INTERNAZIONALI COLLEGATI

  • IEC TC 113 “Nanotechnology for electrotechnical products and systems”

Presidente: Prof. Fabrizio Barberis

Segretario: Prof. Gianfranco Coletti

Segretario Tecnico CEI: Dr. Giovanni Franzi – giovanni.franzi@ceinorme.it

Fabrizio Barberis

Presidente CEI CT 113

Fabrizio Barberis, ingegnere meccanico laureato a Genova, ha un Dottorato in Scienza dei materiali nanostrutturati in collaborazione con il Lawrence Berkeley National Lab ed insegna Scienza dei Materiali e Materiali Compositi presso l’Università degli Studi di Genova dove è membro della Commissione Tech Transfer e delegato per il Dual-Use.

Collabora con il circuito start up nazionale ed è membro del Consiglio Scientifico di Netval. In ambito normativo presiede il CT 113 del CEI ed è membro dell’IEC TC 113 WG8 Graphene related materials/Carbon nanotube materials.


In ambito tecnologico si interagisce sempre di più con il grafene e le sue applicazioni, come si pone la normativa in questo sviluppo?

Il grafene ormai da anni è elemento di studio e sviluppo nei laboratori di tutto il mondo e da qualche tempo assistiamo ad alcune sue presenze anche sul mercato tecnologico.

È un materiale di grandissimo interesse la cui applicazione deve essere tuttavia attentamente valutata. Come in tutti i casi in cui ci si trova di fronte a qualcosa di innovativo l’errore è cercare di fare, con questo nuovo arrivato, le stesse cose che si facevano in precedenza.

L’importanza del materiale innovativo risiede sempre nella possibilità di fare diversamente da prima. Difficilmente un nuovo materiale o una nuova tecnologia risulta competitiva in termini di costi ed affidabilità con quanto era già ampiamente sedimentato e diffuso se si compete nella stessa precedente area di lavoro.

Per le aziende pertanto, questo materiale pone certamente nuove sfide ma l’importanza per il mondo normativo è ancora più evidente, poiché questo materiale è in effetti il primo di una lista di materiali 2D nanostrutturati (stanene, silicene, germanene, etc.) che stanno per proporsi al mercato e pertanto quanto verrà approvato in sede internazionale per il grafene diverrà substrato normativo per tutti i materiali similari negli anni a venire.

Quali sono gli obiettivi a cui punta la normativa a supporto della R&S?

Essenzialmente occorre guardare avanti per poter guidare lo sviluppo dei materiali nanostrutturati in un mercato che deve poter ragionare in termini di solidità e certezza. In un periodo di ripresa come l’attuale occorre fornire gli strumenti al tessuto produttivo per potersi impegnare in sfide di sviluppo tecnologico con il sicuro supporto dell’impalcato normativo.

Dal punto di vista dei laboratori di ricerca crediamo potrà essere di grande aiuto aprire un positivo dialogo di sviluppo in sinergia con i Comitati normatori, onde poter costruire prossime generazioni di esperti e strategie progettuali nelle quali la normativa sia vista come indispensabile alleato.

Inoltre, dal punto di vista degli impegni in investimento nella ricerca, la Normativa rientra perfettamente nei richiami che la Commissione Europea ha più volte fatto ed ulteriormente ribadito nei recenti Piani Horizon Europe per una ricerca effettuata con precisi e chiaramente comprovabili aspetti di trasferimento tecnologico attraverso una consapevole strategia di knowledge management.

In una visione di ecostenibilità ed economia circolare come si pongono questi aspetti normativi?

La definizione di una norma tecnica deve essere forzatamente rivolta al singolo aspetto scientifico che si sta analizzando. È tuttavia certo che gli aspetti relativi alla ecosostenibilità dei metodi, dei processi e dei materiali è ormai una necessità trasversale anche nel mondo normativo.

Il CT 113 non trascura oggi il ruolo futuro delle nanotecnologie nelle dinamiche di economia circolare, un’ulteriore sfida che potrebbe positivamente affiancare la progettazione delle norme. Come in altri settori, anche in quello della normativa focalizzata sulle nanotecnologie servirà aspirare ad una visione strategica, tale da consentire di creare materiali, dispositivi e metodi predisposti ad un efficace riutilizzo allineato ai dettami della circular economy.

Gianfranco Coletti

Segretario CEI CT 113

Gianfranco Coletti, ingegnere elettrotecnico laureato a Genova, specializzato a Salford (UK), è stato Ordinario di Materiali per l’Ingegneria Elettrica all’Università degli Studi di Genova, insegnando e svolgendo ricerche per 38 anni sia nel campo dei Materiali, sia nel settore dell’Energia e dell’Ambiente.

Dal 1984 si occupa di normative tecniche (CEI e IEC). Ha collaborato per molti anni con il CEI, come Segretario del CT 15 (Materiali isolanti), Presidente del CT 15/112, Presidente del CT 101 (Elettrostatica), infine Presidente, e tuttora Segretario, del CT 113.

Da quattro anni in pensione, è ancora attivo come docente di corsi brevi (Advanced Materials) e scrive articoli divulgativi (sistema 4.0, comunicazioni 5G).


Quali sono i rapporti fra le nanotecnologie ed il mondo industriale?

Dal 2011 (anno in cui fu menzionata per la prima volta l’Industria 4.0 all’Hannover Messe) il sistema produttivo è stato pervaso da termini come Industria 4.0, Internet of Things e tutte le evoluzioni che ne sono derivate in seguito. Le nanotecnologie sono parte integrante e fondamentale di questi sistemi di innovazione e rappresentano il substrato più profondo sul quale le varie declinazioni di questa trasformazione hanno preso forma.

Il TC 113 IEC, con i suoi WG e i Comitati nazionali mirror tra i quali CT 113 del CEI, sta lavorando con grande impegno per produrre la normativa atta a permettere un positivo travaso di conoscenza dal laboratorio al mercato, in sinergia con gli altri Comitati normatori come il 229 di ISO.

In questo processo quali sono i lavori più urgenti?

Sicuramente un punto fondamentale è la velocità alla quale monitoriamo ed interagiamo con la continua innovazione tecnologica verso il mercato, cosa che si ripercuote sia sulla tipologia di dispositivi da valutare sia sulle tecnologie da impiegare per poter effettuare queste valutazioni.

Ciò comporta un continuo lavoro di armonizzazione per mantenere l’efficace allineamento tra quanto viene proposto oggi dai vari Comitati nazionali nelle loro nuove proposte normative (NP) e quanto è stato approvato in termini metodologici dai Comitati anche solo pochi anni fa.

Come si è organizzato il CT 113 in Italia?

Il CT 113 è un Comitato relativamente giovane e ha dovuto subito confrontarsi con una realtà in rapidissima e mutevole trasformazione sulla quale i Comitati standardizzatori stanno svolgendo una fondamentale attività di strutturazione della innovazione.

La rivoluzione nanotecnologica è un fenomeno mondiale, che coinvolge settori con fortissimi interessi di apertura sui mercati e pertanto richiede molto impegno per applicare il meglio della tecnologia disponibile in una ottica di ripetibilità, globalizzazione e certezza dei risultati sperimentali.

Le applicazioni delle nanotecnologie al mercato elettrico sono di notevole ampiezza, dalle necessità imposte dalle energie alternative alla sensoristica, dai coinvolgimenti con la fotonica alle applicazioni sui mercati biomedicali, pertanto è necessario avere nel Comitato esperti di elevata competenza. A questo proposito negli anni è stato possibile, grazie ad accordi di coordinamento, inserire nel Board competenze provenienti dal CNR, dall’IIT, dall’INRIM nonché da aziende italiane di eccellenza internazionale in queste applicazioni.

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