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EVOLUZIONE DEGLI IMPIANTI UTENTE PER LE COMUNICAZIONI

17/05/2021
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Angelo Baggini, Facoltà di Ingegneria, Università di Bergamo
Franco Bua, Segretario Tecnico CEI

La Guida CEI 306-2 al cablaggio per le comunicazioni elettroniche nel residenziale.

Nel 2020 è stata pubblicata la nuova edizione della Guida CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali” che è dedicata ad un contesto impiantistico e tecnologico in rapida evoluzione e di grande interesse.

Questo articolo, tratto dalla presentazione sull’argomento inserita nei Convegni di formazione gratuita CEI 2021 “Evoluzione delle norme tecniche per la sicurezza, le comunicazioni e la funzionalità degli impianti elettrici”, dopo una breve introduzione generale sulle comunicazioni (non solo elettriche), riporta i principali riferimenti normativi tecnici e legislativi ed esamina i principali contenuti della nuova Guida tecnica CEI 306-2.

Breve storia degli impianti di comunicazione

Il termine “comunicazione” deriva dal latino communico, ossia rendere partecipi o far conoscere. La comunicazione è un processo di trasmissione costituito da un soggetto che ha intenzione di condividere un’informazione con uno o più riceventi.

La storia della comunicazione è suddivisa in quattro grandi periodi storici: orale, scritta a mano, stampata ed elettrica, ognuno dei quali è individuato dall’introduzione di un particolare strumento di comunicazione (codifica e tecnologia) che tuttavia non sostituisce mai completamente i precedenti ma si aggiunge ad essi.

La comunicazione nasce verbale, con l’Homo Sapiens 50.000 anni fa circa. Già in questa fase non è necessario che il ricevente sia un contemporaneo (comunicazione asincrona), colui che comunica tramanda il suo pensiero anche nel tempo che passa di bocca in bocca.

Il sapere deve essere organizzato in modo da essere facilmente mandato a memoria. Il pensiero nasce in moduli a grande contenuto ritmico, in assonanze, in proverbi (strumento tecnologico mnemonico). Il Vecchio Testamento era conosciuto a memoria perché continuamente ruminato, ma anche perché espresso in versi molto ritmati. Le informazioni procedono a velocità pedonale e, in un certo senso, con un costo elevato.

La comunicazione scritta nasce circa 5-6 mila anni fa e segna il passaggio dalla preistoria alla storia. Il merito è attribuito ai Sumeri della Mesopotamia con il sistema di scrittura cuneiforme (i segni grafici sono dei cunei disposti nelle forme più varie), che viene utilizzato dapprima per documenti amministrativi e contabili e poi anche in eventi storici e religiosi. In breve diviene la scrittura della corrispondenza internazionale. Le informazioni vengono incise su tavolette di argilla (nuovo strumento tecnologico assieme al codice usato) per essere tramandate nel tempo (comunicazione asincrona).

Il cuneiforme sopravvive per molti millenni riducendo il numero dei caratteri da 1200 a circa 500, fino ad essere soppiantato dall’alfabeto Fenicio-Greco-Romano basato sulla tecnologia della parola e da supporti diversi fino alle varie tecnologie di inchiostri, pergamene e carte.

Con la comunicazione scritta l’umanità aggiunge agli strumenti di comunicazione il primo strumento che non richiede una mediazione umana, ma l’informazione procede sempre a velocità pedonale, copiata a mano da professionisti della scrittura con un costo elevato.

Per la verità i primi graffiti incisi sulle rocce dall’uomo risalgono a più di 35 mila anni fa. Anche se si trattava più di una forma artistica, costituiscono il primo seme per la nascita della scrittura, ovvero di un codice. I disegni, chiamati “pittogrammi”, potevano essere compresi da chiunque indipendentemente dalla lingua parlata (vantaggio), ma permettevano solo contenuti molto semplici (svantaggio). I numeri sono un altro esempio di ideogrammi moderni: un’operazione matematica viene letta da ciascuno nella propria lingua, ma mantiene sempre lo stesso significato.

La comunicazione stampata nasce intorno al 1450 ad opera di un orefice, Johannes Gensfleisch, detto Gutenberg. La tecnologia su cui si basa richiede, oltre a carta e inchiostro, il torchio e i caratteri mobili di piombo. I primi libri stampati assomigliano ai manoscritti degli amanuensi, ma con un costo completamente diverso. Nascono l’autodidatta e anche il problema del Copyright, fin dall’inizio ricco di inconvenienti in quanto ogni sovrano concede privilegi solo nel proprio regno. L’informazione circola con una maggiore velocità, che tuttavia rimane la velocità del messaggero attraverso le vie di comunicazione (strade, fiumi, rotte navali) in rapporto stretto tra percorso e parola scritta.

Con l’avvento del telegrafo di Samuel Morse, nel 1832, inizia il periodo della comunicazione elettrica. Con il telegrafo spazio e tempo svaniscono. È l’inizio del Villaggio Globale.

La rapida evoluzione del sapere scientifico e tecnologico che caratterizza i primi anni del XX secolo porta nel 1895 alla nascita del telegrafo senza fili di G. Marconi, poi del telefono di A. Meucci, il fonografo di T. A. Edison e così via; tutte tecnologie che nel corso dell’ultimo secolo sono state oggetto di importanti miglioramenti in successione sempre più rapida.

I primi programmi di radio diffusione risalgono al 1920 in America, mentre in Italia giunsero nel 1921. Nel 1933 E. H. Armstrong inventò la modulazione di frequenza e nel 1936 iniziarono a Londra le prime trasmissioni televisive. L’esercito americano commissionò nel 1946 la costruzione del primo calcolatore e a partire dal 1962 si utilizzano i satelliti per le telecomunicazioni e così via fino all’era di internet e delle comunicazioni digitali che stiamo vivendo e che forse solo la storia definirà come un quinto periodo storico nella comunicazione.

Tutte queste rivoluzioni si sono succedute a ritmi sempre più rapidi. Tra l’invenzione della Scrittura e l’invenzione della Stampa sono passati circa 5.000 anni, mentre tra la Stampa e la Radio sono passati solo 400 anni. Tra la radio e internet meno di 100 anni. Con le possibilità di comunicare aumentano anche le necessità di comunicare.

Tabella 1 – Traffico internet in Italia
(da CISCO VNI Complete Forecast Highlights Italy 2021)

Tabella 2 – Velocità internet in Italia
(da CISCO VNI Complete Forecast Highlights Italy 2021)

Di fronte alle continue e crescenti esigenze di comunicazione, nasce l’idea di cablaggio strutturato1 (o, meglio ancora, generico), un unico sistema di cablaggio integrato nella struttura dell’edificio in grado di servire applicazioni diverse:

  • BCT/HEM (multimedia, audio, video)
  • ICT (dati, voce)
  • TV e SAT.

Al momento risultano escluse solo le comunicazioni legate all’HBES (automazione di edificio, domotica) e alla sicurezza.

Figura 1 – Convergenze nel cablaggio:
concetto di cablaggio generico o strutturato.

[1] CEI 306-10 art. 3.2.6 Cablaggio strutturato (o generico): Sistema di cablaggio strutturato, in grado di supportare una vasta gamma di applicazioni per la tecnologia dell’informazione. Le apparecchiature specifiche per un’applicazione non fanno parte del cablaggio generico.

Legislazione, norme e guide tecniche

Riferimenti legislativi

Oltre al più noto DM 37/08 concernente l’attuazione delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici, le principali norme di legge di interesse per gli impianti di comunicazione sono le seguenti:

  • DPR 380/01 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”
  • D.Lgs. 1 agosto 2003, n. 259 “Codice delle comunicazioni elettroniche”
  • Legge 11 novembre 2014, n. 164 “Recepimento con conversione del Decreto 133/2014 (Sblocca Italia)”
  • D.Lgs. 15 febbraio 2016, n. 33 “Attuazione della direttiva 2014/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, recante misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità”.

Norme tecniche di impianto

La serie EN 50173 contiene le prescrizioni generali che si applicano ad un sistema di cablaggio strutturato e definisce:

  • la struttura e la configurazione dei sistemi di cablaggio strutturato all’interno di vari tipi di locali
  • gli elementi funzionali 
  • le realizzazioni di riferimento
  • le classi di prestazione
  • le prestazioni che un sistema di cablaggio strutturato deve garantire in funzione di ciascuna classe di prestazione.

La serie EN 50174 specifica le prescrizioni per l’installazione del cablaggio strutturato e si compone di 3 parti:

  • EN 50174-1: Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio – Specifiche dell’installazione e assicurazione della qualità
  • EN 50174-2: Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio – Pianificazione e criteri di installazione all’interno degli edifici
  • EN 50174-3: Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio – Pianificazione e criteri di installazione all’esterno degli edifici.

Guide tecniche di impianto

Oltre alla già citata CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali”, le principali Guide tecniche di impianto in tema di comunicazioni sono le seguenti:

  • CEI 306-10 “Sistemi di cablaggio strutturato. Guida alla realizzazione e norme tecniche”
  • CEI 64-100/1,2,3 “Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni”
  • CEI 306-17 “La casa digitale (digital home)”
  • CEI 100-7 “Guida per l’applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva”
  • CEI 100-140 “Guida per la scelta e l’installazione dei sostegni d’antenna per la ricezione televisiva”.

La Guida tecnica CEI 306-2

Scopo della Guida CEI 306-2 è fornire le raccomandazioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica di impianti di comunicazioni elettroniche (dati, fonia, video) e la relativa infrastruttura fisica multiservizio passiva, a partire dal punto di consegna in unità immobiliari ad uso residenziale in conformità alle norme tecniche applicabili e alle disposizioni legislative correnti.

Sono escluse le infrastrutture e gli impianti elettrici:

  • per i quali il riferimento normativo è costituito dalla Norma CEI 64-8 (Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione) e Guide correlate (ad esempio, CEI 64-53)
  • per l’automazione integrata dei servizi di edificio, per i quali il riferimento normativo è costituito dalle Norme della serie CEI EN 50491 e Guida CEI 205-14
  • di comunicazione elettronica non pertinenti all’edificio.

L’edizione 2020 della Guida CEI 306-2 sostituisce completamente le Guide CEI 306-2:2014-02 e CEI 306-22:2015-05 “Disposizioni per l’infrastrutturazione degli edifici con impianti di comunicazione elettronica – Linee guida per l’applicazione della Legge 11 novembre 2014, n. 164”2 , il cui contenuto viene interamente recepito all’interno.

Il DPR 380/01 e s.m.i. stabilisce obblighi in termini di infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio e punto di accesso, obblighi differenziati per edifici nuovi ed esistenti che operativamente possono essere soddisfatti seguendo le indicazioni della CEI 306-2 in combinazione con la serie CEI 64-100.

Il DPR codifica anche l’etichetta volontaria di “Edificio predisposto per la banda (ultra)larga” facendo riferimento esplicito alle indicazioni della CEI 306-2.

L’infrastruttura fisica multiservizio (CEI 306-2 art. 3.7) è rappresentata da “adeguati spazi installativi” (vani, tubi, canali, cavedi) idonei ad accogliere le diverse tipologie di impianti di comunicazione elettronica che gli utenti sceglieranno di installare (ad esempio, impianto d’antenna centralizzato terrestre e satellitare, impianto telefonico, impianto dati a banda larga e/o ultralarga FTTH, ecc.).

Il punto di accesso (CEI 306-2, CEI 64-100/1, 2 e 3) è il punto fisico situato all’interno o all’esterno dell’edificio accessibile alle imprese autorizzate a fornire reti pubbliche di comunicazione che consente la connessione con l’infrastruttura interna all’edificio.

L’accesso può essere:

  • via radio o cablato
  • in sommità o alla base dell’edificio.

Il punto di accesso può essere unico o multiplo, ma in ogni caso per svolgere la propria funzione deve obbligatoriamente essere:

  • collegato ai montanti
  • accessibile senza servitù
  • tale da consentire manutenzione e futuri ampliamenti.

Il punto di accesso dalla sommità dell’edificio si concretizza in:

  • ancoraggio per l’eventuale antenna
  • vie cavi
  • spazio per terminale di testa.

Lo spazio per il terminale di testa è definito, in modo leggermente diverso dalla Guida CEI 306-2 e dalla Guida CEI 64-100/1 in funzione

  • del numero di UI
  • dell’impianto
  • del sistema ricevente.

Tabella 3 – Spazio per il terminale di testa (CEI 306-2 in caso di complessità non nota)

Tabella 4 – Spazio per il terminale di testa (CEI 64-100/1)

[2] La Guida CEI 306-22 era stata pubblicata a valle della modifica dell’art. 135bis da parte della Legge 164/2014 in luogo di revisionare la 306-2 che vi viene citata.


Un punto di accesso alla base dell’edificio deve prevedere, per ogni vano scala, verso il pozzetto in suolo pubblico due tubi DN 63 mm (uno per la rete in rame, l’altro per la rete ottica).

Se la distanza del pozzetto in suolo pubblico è elevata, occorre prevedere lungo il percorso un opportuno numero di pozzetti rompitratta (circa 550 x 550 mm).

A completamento di ogni punto di accesso deve essere previsto un locale tecnico, uno spazio o un contenitore per la collocazione delle apparecchiature necessarie che, essendo un punto per definizione privo di dimensioni, gli autori di questo articolo suggeriscono di definire “volume di accesso” anche se né la Guida né la disposizione legislativa adottano tale sottigliezza.

Questo volume può essere:

  • interno o esterno
  • in alto o in basso.

E deve garantire, per dare la possibilità di manutenzione e futuri ampliamenti, l’accesso ad almeno 1 operatore in rame e 2 operatori in fibra ottica:

  • senza servitù, in parti comuni

in prossimità dei montanti.

Tabella 5 – Dimensioni per ogni vano scala ≤ 32 UI
(CEI 64-100/1 esclusi i contenitori)

Per distribuire i segnali provenienti dal sottosuolo e via radio, occorre prevedere un numero adeguato di tubazioni in relazione al numero di piani dell’edificio e delle unità immobiliari per piano.

Tabella 6 – Numero di tubi dei montanti (CEI 64-100/1).

Per il numero e le dimensioni delle vie cavi, la Guida CEI 306-2 rimanda alla Guida CEI 64-100/1.

Ad ogni piano occorre prevedere, a circa 30 cm dal pavimento o dal soffitto, una cassetta di derivazione per ciascun montante (TV e ICT) a cui attestare i diversi tubi, per effettuare i collegamenti alle singole unità immobiliari.

Tabella 7 – Caratteristiche delle cassette di derivazione dei montanti (CEI 64-100/1).
Nota: : la CEI 306-2 indica sempre 400 mm x 215 mm x 65 mm ferma restando la possibilità di contenere in modo agevole e sicuro i cablaggi e le eventuali apparecchiature necessarie una cassetta può essere sostituita da più cassette di dimensioni minori.

In ogni unità abitativa i montanti fanno capo al quadro per la distribuzione dei segnali (QDSA3), ovvero del centro stella del sistema gerarchicamente inferiore del cablaggio strutturato per accogliere:

  • le terminazioni delle linee per la distribuzione dei segnali televisivi e di rete ITC nonché
  • gli apparati attivi (router, switch, ecc.).

[3] Anche se l’acronimo scelto QDSA sta per Quadro Distribuzione Segnali di Appartamento e per la verità è un po’ orientato verso una specifica tipologia abitativa, il concetto che rappresentato ha una validità generale.


Le dimensioni minime suggerite dalla Guida CEI 306-2 per il QDSA sono 30 x 10 x 50 cm (L x P x H) se in unica soluzione.

Se il quadro dei segnali e quello elettrico sono separati4, occorre comunque realizzare un collegamento tra i due, per consentire, l’alimentazione elettrica degli apparati attivi e l’accesso alla rete di telecomunicazioni per gli apparecchi elettrici per eventuali controlli remoti o allarmi.

Il quadro deve essere collegato alla scatola di derivazione di piano del montante tramite almeno un tubo di diametro di 32 mm (oppure due tubi da 25 mm) di colore verde.

Nel quadro per la distribuzione dei segnali, o nelle immediate vicinanze, deve essere installata la scatola di terminazione ottica di appartamento (STOA5).

La Guida CEI 64-100/2 non stabilisce un numero minimo di punti presa all’interno dell’unità abitativa, cosa che invece fa la Norma CEI 64-8 in funzione del livello dell’impianto e delle dimensioni (1 punto TV per locale e punti ICT come da tabella).

Tabella 8 – Numero minimo di
punti presa ICT (CEI 64-8).

[4] Il quadro può essere sostituito anche da una sezione, adeguatamente separata, del quadro elettrico.

[5] Anche in questo caso vale quanto riportato nella nota a proposito del QDSA.


Considerazioni conclusive

Come anticipato, tra l’invenzione della scrittura e l’invenzione della stampa sono passati circa 5.000 anni, mentre tra la Stampa e la Radio sono passati solo 400 anni. Tra la radio e internet meno di 100 anni. Sul suolo nazionale banda e traffico medio sono circa triplicate negli ultimi 5 anni.
Le possibilità e le esigenze di comunicazione sono in sempre rapido divenire e, dopo alcuni decenni in cui hanno interessato soprattutto gli
impianti al servizio del terziario, sono ora in un certo senso di interesse ancora maggiore per il comparto residenziale.
I riferimenti legislativi e normativi tecnici in tema sono diversi con immancabili problemi interpretativi.
La disponibilità di una infrastruttura fisica per gli impianti di comunicazione è il primo, ma anche il più determinante elemento che garantisce nel tempo la possibilità di comunicazione.
Se da un lato l’aumento di costo legato all’infrastruttura fisica o ad un dimensionamento di questa maggiore di quello strettamente necessario nel momento dell’installazione è percentualmente molto basso rispetto al costo totale dell’operazione immobiliare, dall’altro lo stesso costo in un momento successivo potrebbe essere molto maggiore di quello dell’impianto stesso.
La Guida CEI 306-2 fornisce raccomandazioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica dell’infrastruttura fisica multiservizio passiva in conformità alle norme tecniche applicabili ed alle disposizioni legislative correnti.

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