Questa rubrica si riferisce all’inchiesta preliminare relativa alle proposte dei principali progetti di nuovi lavori in ambito internazionale (IEC), europeo (CENELEC) e nazionale.

Il Comitato Elettrotecnico Italiano soddisfa i criteri del Regolamento UE 1025/2012: trasparenza, apertura, imparzialità e consenso, efficacia e rilevanza, coerenza, solvibilità e stabilità.
Le Associazioni europee membre del CEN e del CENELEC dal 2012 hanno adottato una procedura periodica di valutazione “autorevole” delle caratteristiche fondamentali che devono possedere gli organismi nazionali in base alle regole del WTO (World Trade Organization) e al Regolamento (UE) n. 1025/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea per dimostrare la conformità alle disposizioni.
Tale riconoscimento è importante in quanto le norme emesse dagli organismi normatori, come previsto dal Regolamento 1025/2012, costituiscono lo strumento “tecnico” a supporto della legislazione europea, contribuiscono efficacemente alla formazione e consolidamento del Mercato Unico, supportando in questo modo la crescita economica nell’Europa.
Nel dicembre del 2017 il CEI è stato sottoposto, con esito positivo, alla procedura formale di valutazione della sua attività da parte di funzionari di altri omologhi enti normatori, denominata “Peer Assessment”.
È da sottolineare che questa valutazione non ha riguardato solo le procedure di funzionamento legate all’attività normativa, ma ha anche verificato aspetti di carattere generale quali la sostenibilità finanziaria dell’ente, i rapporti con le Autorità Regolatorie nazionali, le attività commerciali e i servizi offerti agli stakeholder nazionali, tra cui la formazione, l’attività di comunicazione e diffusione della cultura normativa.
Inoltre, è stato svolto un approfondimento in relazione ai servizi offerti alle PMI, alle quali il Regolamento 1025/2012 attribuisce un ruolo rilevante, sia come importanti attori dell’attività normativa, sia come fruitori finali delle norme nazionali.
Nel settembre del 2008, la Commissione Europea, alla conclusione dei lavori di uno specifico Gruppo di Studio sull’importanza della normazione come strumento tecnico delle Direttive e Regolamenti, ha invitato gli Enti normatori nazionali ad esaminare la possibilità di introdurre un processo di “valutazione autorevole” (quale è, ad esempio, il Peer Assessment) con lo scopo di promuovere un continuo miglioramento della loro attività, nonché uno scambio di “best practice” tra gli stessi enti.
A seguito di questa raccomandazione, CENELEC e CEN hanno sviluppato un sistema basato su una “check list” le cui domande, suddivise in sei ambiti, possono consentire la verifica di conformità di un Ente normatore.
Un punto qualificante da segnalare è che il sistema messo in atto è basato sul cosiddetto “approccio volontario”.
Il sistema adottato nel 2012 proponeva tre tipologie di valutazione, tra cui il Peer Assessment.
I sei criteri individuati tengono conto dei principi fondamentali che regolano la normazione in ambito internazionale, in base al WTO agreement e, in Europa, tramite il Regolamento 1025/2012.
Come indicato in precedenza, gli obiettivi che CENELEC e CEN si sono prefissati sono:
Vediamo nel seguito quali sono i sei criteri e cosa si prefiggono di rappresentare.
Criterio 1. Trasparenza: le informazioni sull’attività di normazione di un Ente normatore nazionale sono accessibili sul sito e aggiornate periodicamente per consentire a chiunque di partecipare al processo di normazione con diversi modelli di partecipazione possibili.
Secondo questo criterio, tutti i soggetti interessati in ambito nazionale devono avere libero accesso a specifici documenti relativi a un progetto di norma nazionale, in determinate fasi, per fornire un contributo. Inoltre permette di rendere nota l’attività in corso agli altri Enti normatori omologhi del “sistema Europa”.
Per ottemperare a questo Criterio, i Comitati nazionali devono mettere a disposizione sul sito in una parte accessibile a tutti e periodicamente aggiornare il proprio programma annuale di lavoro nazionale, con indicato lo stadio raggiunto del progetto e diffondere le informazioni-base dei i nuovi progetti nazionali che vengono avviati. I progetti di nuovi lavori di derivazione internazionale sono comunicati invece una volta per tutti dagli organismi di normazione europea CENELEC e CEN.
Sempre sul sito, devono risultare accessibili e commentabili da tutti i progetti nazionali e internazionali che sono nella fase prevista di “Inchiesta Pubblica”.
In questo modo, tutti coloro che accedono al sito dell’organismo normatore nazionale possono conoscere le informazioni-base dell’attività nazionale avviata, chiedere di partecipare ai lavori secondo le condizioni previste dal Comitato nazionale e/o commentare tali documenti nella fase di “Inchiesta Pubblica” entro i termini indicati.
L’Ente normatore inoltre deve predisporre strumenti tali da garantire che tutti gli esperti che partecipano a tutte le fasi dell’attività normativa (in CEI, gli esperti nominati dai Soci Effettivi) abbiano accesso a tutti i documenti di lavoro per lo specifico campo di attività.
Criterio 2. Apertura: la partecipazione ai lavori normativi deve essere aperta a tutte la parti interessate, direttamente o indirettamente. Occorre inoltre garantire che la normativa sia elaborata in modo tale che tenga conto delle più ampie aspettative di tutti i componenti della società.
Non ci devono essere barriere precostituite alla partecipazione di nuovi stakeholder all’attività normativa. Occorre dimostrare di promuovere e facilitare il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, compresi quelli che potenzialmente hanno difficoltà ad essere rappresentati, quali in particolare le Piccole Medie Imprese (PMI) e i rappresentanti delle categorie dei consumatori, delle associazioni ambientali e dei lavoratori, ecc. (nel Regolamento 1025/2012 sono le “Annex III organizations”).
Si richiede infine di monitorare periodicamente la composizione degli organi tecnici preposti all’elaborazione delle norme, nonché degli organi di governance in modo che ci sia una partecipazione bilanciata e non discriminatoria.
Criterio 3. Imparzialità e consenso: la struttura organizzativa e le procedure messe in atto dagli organismi normatori, incluse quelle relative a eventuali appelli contro la pubblicazione di una norma, devono garantire una elaborazione imparziale del lavoro normativo.
Il punto qualificante di questo Criterio è l’imparzialità e indipendenza in tutto il processo normativo, sia negli ambiti tecnici, sia in quelli di amministrazione dell’Ente.
Nell’ambito dei lavori normativi deve essere assicurato il “consenso” nell’approvazione di un documento e dimostrare la capacità di ottenere questo consenso.
Secondo la definizione internazionale la normativa tecnica deve nascere su una base di “consenso”, intendendosi questo raggiunto quando una delle parti, settori o categorie interessati alla specifica norma non esprime un forte e motivato disaccordo.
Criterio 4. Efficacia e Rilevanza: nell’elaborazione di un documento normativo si devono considerare tutte le appropriate e specifiche necessità del mercato, gli sviluppi scientifici e tecnologici come pure le necessità degli organi regolatori e i portatori di interesse sociale (consumatori, ambientalisti, sindacati, ecc.).
Occorre anche porre particolare attenzione all’eventuale presenza di brevetti su prodotti interessati dal documento normativo in elaborazione durante tutta la fase di normazione, per non imporre barriere economiche allo sviluppo di prodotti normati.
Devono essere poste in atto anche le procedure per la revisione delle norme considerate obsolete e/o inefficaci. Inoltre i documenti normativi devono essere pubblicati con la massima qualità editoriale possibile, sottoposti ad aggiornamento periodico e risultare facilmente utilizzabili dagli operatori.
Criterio 5. Coerenza: va assicurata per tutto il corpo normativo nazionale, evitando lo sviluppo o la pubblicazione di norme nazionali contrastanti o in conflitto.
È necessario adempiere alle procedure per assegnare lo stato di norma nazionale alle Norme Europee EN e ritirare le norme nazionali in contrasto con esse.
Criterio 6. Solvibilità e Stabilità: occorre fornire evidenza del riconoscimento dell’ organismo normatore in ambito nazionale e della capacità di auto sostentamento finanziario.
I Comitati nazionali hanno un ruolo chiave sia nel sistema normativo europeo sia nel proprio sistema nazionale.
Sono chiamati ad assolvere i loro compiti e ad assicurare la continuità operativa. Ciò implica che gli Enti normatori devono garantire, da un lato il pagamento delle quote destinate agli organismi di normazione europei (CENELEC per il CEI), dall’altro la loro stabilità legale e solvibilità finanziaria in ambito nazionale.