La Norma CEI UNI EN 16763 per la definizione di un livello minimo di qualità del servizio per sistemi di sicurezza.

Fornire un metodo oggettivo per definire il livello di prestazione di un impianto di allarme è uno degli obiettivi principali della Norma CEI 79-3.
Enea Piva (Membro CEI CT 79)
Franco Bua (Segretario Tecnico Referente CEI CT 79)
Un sistema di sicurezza contro l’intrusione è sempre costituito da:
Un sistema di allarme intrusione e rapina è quindi un componente funzionale ad un sistema più ampio e articolato, che ha come obiettivo quello di ridurre il rischio mediante l’adozione di mezzi di contrasto e di protezione.
Assunto che un sistema di sicurezza è efficace se il tempo di rivelazione dell’azione criminosa (TRIV) som- mato al tempo necessario per trasmettere l’informazione (TTX) e a quello necessario per intervenire (TINT) è inferiore al tempo necessario per superare il sottosistema passivo (TABB):
si deduce, estremizzando, che per ottenere un successo contro un ladro – sventare il furto nella sua fase iniziale – sono indispensabili entrambi i sottosistemi.
La Norma CEI 79-3 “Sistemi di allarme – Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione” descrive il processo di progettazione e installazione di un impianto di allarme, ne specifica i requisiti ed elenca i documenti che devono essere redatti in ogni fase del processo di progettazione, realizzazione, verifica e manutenzione.
La progettazione di un impianto di allarme e, in particolare, la definizione della sua prestazione si deve sempre basare sui risultati di un’analisi del rischio. Il metodo adottato dalla Norma CEI 79-3 per l’analisi del rischio è qualitativo e si basa sui livelli di rischio che sono funzione della qualità della minaccia da cui ci si vuole proteggere che, in ultima analisi, dipende dalle conoscenze dei sistemi di allarme e dalla disponibilità di mezzi e strumenti e dei rapinatori.
Nella Tabella 1 sono riportati i 4 livelli di rischio codificati dalla Norma CEI EN 50131-1 ripresi nella CEI 79-3.
Le tipologie impiantistiche identificate convenzionalmente dalla Norma CEI 79-3 sono 5, come riportato nella Tabella 2. A ciascuna tipologia fondamentale di area da proteggere possono essere ricondotti i vari casi particolari che hanno caratteristiche assimilabili.
Una volta individuate le tipologie impiantistiche e il livello di rischio stimato, si tratta di verificare che le prestazioni offerte dall’impianto previsto siano adeguate. Si tratta di un’operazione che potrebbe essere condotta anche solo sulla base dell’esperienza di un progettista esperto; tuttavia la disponibilità di un metodo normato, oltre a semplificare il compito, riduce il margine di soggettività e garantisce il rispetto della regola dell’arte.
La Norma CEI 79-3 descrive un metodo oggettivo per definire il livello di prestazione di un impianto in funzione di:
Allo scopo della valutazione del livello di prestazione, la Norma CEI 79-3 scompone gli impianti di allarme intrusione in tre sottoinsiemi:
Con riferimento al livello di prestazione, la Norma CEI 79-3 propone un metodo di valutazione che assegna a ognuno dei 3 sottosistemi componenti un fattore di merito, il cui valore è convenzionalmente compreso tra 0 e 1.
In termini generali, il livello di prestazione di ogni sottoinsieme dipende da fattori di merito dei componenti ad esso appartenenti. Gli elementi considerati per l’attribuzione dei fattori di merito sono:
Per il sottoinsieme rilevatori l’espressione generale del fattore di merito (fi) può essere espressa come segue:
dove:
La Norma CEI 79-3 permette quindi una gestione analitica della valutazione del livello di prestazione assicurato da un impianto di allarme intrusione. L’impianto è adeguato al contesto da proteggere se il livello di prestazione risulta numericamente pari o superiore al livello di rischio.
È importante sottolineare che il primo è il livello di prestazione minimo affinché l’impianto realizzato possa essere dichiarato conforme alla Norma CEI 79-3. Se il calcolo del livello di prestazione di un sottoinsieme fornisce come risultato un valore inferiore al primo, il sottoinsieme, e quindi l’intero impianto, sono considerati non classificabili e conseguentemente non conformi ai requisiti normativi.
La Norma CEI 79-3 affianca al metodo analitico un metodo più semplice per la definizione del livello di prestazione di un impianto di allarme intrusione: il metodo tabellare.
Il metodo tabellare è concettualmente più semplice da utilizzare ma è meno flessibile e può risultare eccessivamente rigido in impianti complessi o di grandi dimensioni. Sostanzialmente la Norma CEI 79-3 fornisce per ciascuna delle cinque tipologie impiantistiche che rappresentano contesti operativi omogenei (unità abitativa isolata, unità abitativa non isolata, caveau, insediamento industriale, cassaforte) 3 tabelle per ciascun sottoinsieme che compone l’impianto.
Da queste tabelle è possibile dedurre direttamente il livello di prestazione di ciascun sottosistema in funzione del grado di sicurezza, del tipo e della disposizione dei componenti e quindi il livello di prestazione dell’impianto nel suo complesso.
Con riferimento alla Tabella 3 si vede, ad esempio, come impiegando rivelatori del tipo contatti magnetici su tutte le aperture ed un sistema di rivelatori volumetrici a trappola, tutti con grado di sicurezza 1 si ottiene un livello di prestazione del sottoinsieme rilevatori pari ad 1.