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LA NORMATIVA CEI A SOSTEGNO DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLE PERSONE

26/09/2022
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Matteo Gavazzeni, Presidente CEI CT 318
Giovanni Franzi, Technical Officer CEI CT 318

Obbiettivi di sostenibilità

Nel 2015 la maggior parte dei capi di stato si sono incontrati presso la sede delle Nazioni Unite per discutere in merito a come definire degli obiettivi comuni che potessero contribuire ad uno sviluppo sostenibile dell’intera Comunità internazionale.

Durante tale incontro è stata approvata la cosiddetta Agenda 2030 all’interno della quale sono stati delineati 17 obiettivi di sviluppo sostenibile per i quali si è scelto di adottare l’acronimo SDG (Sustainable Development Goals).

A tale progetto hanno via via aderito più di 190 paesi che si sono impegnati a raggiungere i suddetti obiettivi entro l’anno 2030.

In Italia, per promuovere l’Agenda 2030 e per realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, è stata fondata nel 2016 l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS, alla quale il CEI ha aderito da quest’anno.

Quando si affronta la questione della sostenibilità, il pensiero corre immediatamente ai grandi temi legati ai cambiamenti climatici e ad aspetti quali la limitazione dell’emissione di CO2, la progettazione ecosostenibile, l’economia circolare e via dicendo.

In realtà pochi si ricordano che molti degli obiettivi SDG si riferiscono anche a temi legati alla salute e al benessere delle persone.

In particolare, l’obbiettivo 3 è indirizzato alla necessità di garantire una vita sana attraverso la promozione del benessere di tutte le persone, indipendentemente dal loro stato e in particolare dalla rispettiva età.

Se decliniamo questo obiettivo a un paese come l’Italia, caratterizzata da una popolazione con una età media molto elevata, ciò significherebbe consentire alla popolazione più anziana di poter condurre la propria esistenza in modo sicuro ed autonomo.

I dati a nostra disposizione (Tabella 1) prevedono che entro il 2025, in Europa, circa una persona su quattro avrà un’età superiore a 65 anni, percentuale destinata a crescere fino ad arrivare a quasi il 30% entro il 2050.

Tabella 1: andamento demografico nel mondo

A questa fetta già importante della popolazione vanno aggiunte le persone con disabilità che rappresentavano nel 2020 circa 7,9% della popolazione (dati CENSIS) in quanto, in funzione delle proprie condizioni, potrebbero necessitare di supporti tecnologici che ne facilitino spostamenti e normali attività quotidiane.

Il concetto di “Ambient Assisted Living (AAL)”

In tutto questo diventano fondamentali i concetti rappresentati dalla progettazione in logica “Ambient Assisted Living (AAL)” che si riferisce a tutti quei “prodotti, servizi, ambienti e risorse a sostegno di coloro che, a causa del loro stato mentale o fisico, vedono compromesse la loro indipendenza, la loro sicurezza, il loro benessere e la loro autonomia.”

Il “mondo” tecnologico e normativo associato all’AAL è caratterizzato da una elevata interdisciplinarità, dal momento che coinvolge tanti soggetti appartenenti ad ambiti anche molto diversi: quello medico, quello tecnologico e quello sociale, per fare degli esempi.

L’applicazione dei concetti di AAL ruota, in effetti, attorno alla promozione di 4 punti fondamentali:

  • prevenzione (safety): la necessità di garantire che le persone possano vivere la propria abitazione e i luoghi nei quali svolgono le attività senza rischi per la propria incolumità fisica, quali per esempio cadute e/o urti;
  • sicurezza (security): la possibilità di garantire, laddove necessario, un’adeguata supervisione da parte di persone esterne e comunque, in ogni caso, di garantirne il soccorso attraverso sistemi automatici e semplici da utilizzare;
  • privacy: la necessità di assicurare la doverosa privacy attraverso la possibilità di disabilitare i sistemi automatici e/o di supervisione ogniqualvolta la persona sia intenzionata a farlo;
  • interoperabilità dei prodotti sul mercato: la necessità di partire da un approccio di sistema piuttosto che dal singolo prodotto affrontando, di conseguenza, la complessità generata dall’interconnessione di dispositivi, servizi, sistemi e infrastrutture.

Tutto ciò risulta possibile coinvolgendo esperti di differenti (e a volte distanti) aree tecnologiche, in quanto le competenze in ambito AAL si allargano a molteplici campi, quali per esempio quello medicale e sanitario, elettronico e elettrotecnico, informatico e delle reti, Internet of Things.

Inoltre, vanno ricordati elementi fondamentali quali:

  • in caso di incidenti o malattie la possibilità di limitare il senso di frustrazione legato alla perdita, progressiva o meno, delle proprie capacità;
  • la possibilità di limitare il rischio di saltare visite, medicazioni e terapie programmate;
  • e fondamentale, soprattutto ai nostri tempi, la possibilità di limitare al minimo l’isolamento sociale nel quale purtroppo incorrono troppo spesso soprattutto, ma non solo, gli anziani.

L’AAL rappresenta quindi una concreta possibilità per gestire in modo migliore le necessità di una fetta così consistente di popolazione grazie a sistemi tecnologici in grado di assistere e sostenere le persone nelle loro attività quotidiane assumendo compiti di controllo in modo quasi impercettibile.

Questi vantaggi, che rendono l’AAL interessante sia per il settore dei servizi di assistenza sia per quello domestico, hanno portato alla necessità di approcciare il tema in modo più sistemico attraverso la creazione, a livello IEC, di un Comitato di sistema, in particolare il SyC IEC “Ambient Assisted Living (AAL)” seguito, a livello nazionale, del corrispettivo “mirror Committee” CEI CT 318.

Come già segnalato, il compito di questo Comitato è quello di accelerare la standardizzazione di prodotti e servizi AAL con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, garantendo l’indipedenza degli utilizzatori di tutte le età.

Per questo motivo uno degli obbiettivi principali è quello di considerare l’evoluzione delle tecnologie in modo da garantire il massimo beneficio dal loro utilizzo anche attraverso la messa a disposizione di documenti normativi a beneficio di tutta la Comunità IEC.

La mappatura dei casi d’uso

Tra i compiti del Comitato 318 c’è anche quello di sviluppare i diversi casi d’uso a cui una persona, nella sua norma attività quotidiana, potrebbe andare incontro.

Tale mappatura è stata realizzata combinando due elementi (Tabella 2), da un lato il livello di autonomia della persona che varia da autosufficienza a necessità di assistenza continua, dall’altro l’ambito applicativo che può essere, per esempio:

  • la cura della salute e in generale l’obbiettivo dell’assistenza;
  • il tempo durante il quale una persona potrebbe necessitare di assistenza;
  • il tipo di assistenza (vita sociale e/o attività).
Tabella 2: Schema per la mappatura dei livelli di ALL.

L’AAL rappresenta pertanto una possibilità per gestire in modo migliore l’evoluzione demografica grazie a sistemi tecnologici di assistenza che promuovano un ambiente intelligente, aiutando le persone anziane e/o con disabilità a compensare le proprie difficoltà motorie, sensoriale o intellettive attraverso soluzioni a basso costo, relativamente semplici da installare e manutenere.

Risulta inoltre importante ricordare che la logica AAL rappresenta in ogni caso una valida metodologia di supporto per chiunque, indipendentemente dall’età e dalle condizioni di salute, in quanto consente di migliorare il proprio stile di vita e aumentare la possibilità di godere del proprio tempo libero attraverso:

  • maggior comfort domestico;
  • aumento del tempo risparmiato nello svolgere le normali attività;
  • maggior tempo dedicato cura di sé e della possibilità di monitorare in maniera autosufficiente la propria salute;
  • maggiore indipendenza e autonomia;
  • migliore qualità della vita attraverso un’ottimizzazione dei livelli di intrattenimento, di sicurezza e assistenza non sanitaria, quali per esempio il fitness e il wellness.

La Norma CEI 64-21

Un esempio applicativo concreto dei concetti delle norme AAL è rappresenta in Italia dalla Norma CEI 64-21 “Ambienti residenziali. Impianti adeguati all’utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità”.

Tale Norma fornisce le prescrizioni da applicarsi agli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari, in modo da renderli adeguati all’utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità (nel seguito PNA), nei casi in cui vengano espressamente richieste dal committente.

In funzione del tipo, la Norma identifica diverse tipologie di PNA:

  • PNA di età avanzata (D1): persona di età avanzata con poca forza fisica, difficoltà nel movimento, problemi di equilibrio, ma senza difficoltà cognitive;
  • PNA a causa di difficoltà motoria negli arti inferiori (D2): persona con difficoltà di movimento degli arti inferiori e che comporti l’utilizzo di ausili esterni quali ad esempio sedie a rotelle o deambulatore:
  • PNA a causa di difficoltà motoria negli arti superiori (D3): persona con impossibilità o difficoltà nell’uso di ambedue gli arti superiori;
  • PNA a causa di difficoltà nella percezione visiva (D4): persona con un visus residuo visivo, non superiore a 2/10 oppure una riduzione del campo visivo non superiore al 50%;
  • PNA a causa di cecità (D5): persona con un visus residuo visivo, non superiore a 1/20 oppure un residuo perimetrico binoculare inferiore al 10%;
  • PNA a causa di sordità parziale (D6): persona con difficoltà nel percepire i suoni e le parole dovuta a disfunzione dell’apparato uditivo;
  • PNA a causa di sordità totale (D7): persona con incapacità nel percepire i suoni e le parole dovuta a disfunzione dell’apparato uditivo;
  • PNA a causa dell’incapacità o difficoltà di parlare (D8): persona con incapacità o difficoltà di comunicare per mezzo della voce o della parola;
  • PNA a causa di difficoltà cognitive (D9): persona con difficoltà cognitive che possono manifestare comportamenti imprevedibili in grado di mettere in pericolo la propria e l’altrui incolumità.

Pur partendo dal concetto che il dimensionamento dell’impianto elettrico è oggetto di accordo fra il progettista, l’installatore dell’impianto e il committente in funzione delle prestazioni richieste, la Norma fornisce i criteri e le dotazioni minime con riferimento alle diverse tipologie di PNA prima elencate.

In questo contesto gioca ovviamente un ruolo importante la possibilità di dotare l’impianto di soluzioni di domotica in grado di garantire il giusto livello di autonomia e di indipendenza alle PNA attraverso l’applicazione dei corretti principi alla base della AAL.

La Norma CEI 64-21 fornisce quindi dei requisiti che mirano ad incrementare l’indipendenza delle PNA nei diversi contesti abilitativi e che la persona incontra nelle sue normali attività quotidiane.

Ricordiamo che la Legge n.18 del 3 marzo 2009, che ratifica la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, definisce la disabilità come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di una persona (salute, disturbi, lesioni, traumi, ecc.), i suoi fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive la persona.

In questa ottica entrano pertanto in gioco tre fattori:

  • le condizioni di una persona, ovvero il suo livello di salute, l’eventuale presenza di disturbi, lesioni, malattie ecc.;
  • le relative esigenze di vita quotidiana (abitudini, necessità di spostamento, comfort e sicurezza);
  • i fattori ambientali ovvero per esempio le caratteristiche dell’immobile in cui la persona vive (villa singola/condominio, presenza di scale, presenza di famigliari ecc.).

Alcuni esempi pratici

Vediamo di seguito alcuni dei casi elencati nella Norma CEI 64-21 e i principi AAL suggeriti per risolverli.

Per esempio, una situazione di blackout causato dallo scatto di un interruttore, normalmente risolta mediante la semplice richiusura dell’apparecchio interessato, potrebbe rappresentare un grosso ostacolo nel caso di PNA con difficoltà motoria negli arti inferiori o superiori.

In effetti nel primo caso, per la persona potrebbe diventare difficile raggiungere il quadro elettrico, magari posto in un piano diverso rispetto a quello in cui essa normalmente vive, per esempio costringendola a raggiungere un sottoscala o una cantina.

Al contrario, nel secondo caso, la persona potrebbe non essere in grado di azionare manualmente la leva dell’apparecchio.

In queste situazioni diventa pertanto fondamentale dotare l’impianti di interruttori differenziali ad immunità rinforzata, capaci di limitare al minimo gli scatti intempestivi degli apparecchi, opportunatamente forniti di dispositivi di richiusura automatica in grado di gestire l’operazione di chiusura del circuito, senza la necessità di intervenire manualmente e garantendo la sicurezza degli utenti.

Altre azioni che effettuiamo normalmente tutti i giorni nelle nostre case e che possono essere diventare molto difficili da eseguire da parte di persone anziane o con disabilità sono la semplice operazioni di accensione/spegnimento delle luci di casa o la manovra di apertura/chiusura di una tapparella.

Oppure pensiamo ancora alla necessità di regolare la temperatura di casa agendo sul sistema di riscaldamento durante il periodo invernale oppure su quello di condizionamento nella stagione estiva.

Ecco, pertanto, che anche in questi casi l’utilizzo di tecnologie AAL, quali quelle alla base della domotica, consentono di rendere autonome queste persone attraverso delle soluzioni adatte alla loro situazione specifica: per esempio, per una persona con difficoltà motoria, la possibilità di utilizzare la propria voce o il proprio telefono mobile per comandare le luce o le tapparelle oppure per regolare la temperatura di casa, lasciandole sempre l’opzione di decidere autonomamente se e quando disabilitare il sistema, per esempio per ragioni di privacy.

Come ricordavamo poc’anzi, diventa importante che questi risultati possano venire ottenuti attraverso l’uso di tecnologie dal costo limitato, integrate con dei mezzi di comunicazione gestibili attraverso normali dispositivi (es. smartphone o tablet), dal semplice utilizzo e soprattutto che possano venire installati ed utilizzati in modo semplice garantendo la possibilità di intervenire sugli impianti esistenti senza la necessità di costose opere edili.

Conclusioni

Il Comitato CEI CT 318 ha il compito di garantire il massimo beneficio per gli utilizzatori dei prodotti AAL mettendo a disposizione una normativa che tenga in considerazione lo sviluppo tecnologico e lo sviluppo del mercato e che possa essere utilizzata da coloro i quali si trovino nella necessità di sviluppare ed impiegare prodotti e sistemi AAL, quali per esempio:

Produttori

  • società tecnologiche e produttrici di prodotti/servizi;
  • ricercatori;
  • società farmaceutiche e che producono apparecchi medicali;

Prestatori di servizi

  • società di assistenza;
  • case di cura;
  • caregivers;

Altri stakeholder (attori che facilitano l’interazione tra altri gruppi)

  • compagnie di assicurazione;
  • leader politici;
  • legislatori.
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