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LE INTERVISTE AGLI OFFICERS CEI SC 210/77B

21/03/2019
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Le interviste agli officers CEI SC 210/77B

Carlo CAROBBI, Presidente CEI SC 210/77B

È nato a Pistoia nel 1968. Laureato in Ingegneria Elettronica (con lode) nel 1994, ha ottenuto il dottorato di ricerca in Telematica presso l’Università degli Studi di Firenze nel 2001 e da allora è ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Firenze, dove insegna Misure Elettroniche. La sua attività di ricerca riguarda principalmente le misure di Compatibilità Elettromagnetica e la valutazione dell’incertezza delle misure di Compatibilità Elettromagnetica.

Al CEI è Presidente del SC 210/77B (Compatibilità Elettromagnetica, Fenomeni in Alta Frequenza) e membro del SC 210 A (Radiodisturbi – Tecniche di Misura e Limiti).

A livello internazionale, è stato rappresentante italiano nella Task Force JTF IEC TC 77 – CISPR, responsabile della redazione del rapporto tecnico IEC/TR 61000-1-6, “Electromagnetic Compatibility – Guide to the assessment of measurement uncertainty” (2012) ed è membro del Gruppo di lavoro “Maintenance Team 12” (MT12) dell’IEC TC 77/SC 77B per la manutenzione di diverse norme di base internazionali di immunità agli impulsi. Nel 2015 ha ricevuto da IEC il “1906 Award” per il contributo alla standardizzazione in ambito EMC.

Dal 2009 è ispettore tecnico dell’ente nazionale di accreditamento italiano (ACCREDIA) sia per il dipartimento laboratori di prova che per il dipartimento laboratori di taratura. Dal 2012 è organizzatore di prove valutative (“proficiency test”) nel settore della Compatibilità Elettromagnetica (misure di emissione di disturbi irradiati e condotti).

Autore e revisore per diverse riviste internazionali, è “Associate Editor” della rivista IEEE Transactions on Electromagnetic Compatibility e, per la stessa rivista, è stato nominato “Distinguished Reviewer” per l’anno 2017. Nel 2017 ha ricevuto da IEEE Electromagnetic Compatibility Society il Best Paper Award durante il convegno internazionale IEEE International Symposium on EMC, in Washington DC.

Infine, è membro del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche italiano (GMEE), di IEEE Electromagnetic Compatibility Society e Segretario della Commissione URSI Italia.

Di cosa si occupa e cosa comprende il campo normativo del SC 210/77B?

Il SottoComitato CEI SC 210/77B cura lo sviluppo normativo nel settore della compatibilità elettromagnetica. La compatibilità elettromagnetica è la disciplina dell’ingegneria che ha come scopo la limitazione delle interferenze fra apparecchiature elettriche ed elettroniche. Più in dettaglio, il SottoComitato copre gli aspetti relativi all’immunità ai disturbi, quindi le norme che definiscono le prove a cui sottoporre le apparecchiature affinché siano immuni ai disturbi caratteristici dell’ambiente elettromagnetico, residenziale o industriale, a cui tali apparecchiature sono destinate. Esempi tipici di disturbi sono la scarica elettrostatica oppure il fulmine, che sono disturbi impulsivi, oppure quelli a onda continua prodotti dagli impianti di radiodiffusione e cellulari.

Il SottoComitato si occupa di norme di base, le norme cioè che definiscono le caratteristiche delle apparecchiature di prova e dei metodi di prova e che sono richiamate dalle norme di prodotto. Sono quindi norme trasversali ad ogni tipologia di prodotto, dall’elettrodomestico all’elettromedicale, da un azionamento elettrico ad un allarme. Alle riunioni del SottoComitato partecipano in maggioranza i rappresentanti dei maggiori laboratori di prova italiani, interessati a indirizzare e seguire da vicino lo sviluppo delle tecniche di prova e l’adeguamento delle apparecchiature di prova allo sviluppo tecnologico dei prodotti. Sono presenti anche alcuni grandi produttori, quelli che hanno la capacità di testare internamente i loro prodotti.

Dopo 9 anni come Presidente del SC 210/77B, se dovesse tirare un bilancio, quali risultati emergerebbero?

Essendo giunto al termine del mio terzo ed ultimo mandato in qualità di Presidente del SottoComitato è effettivamente il momento giusto per un bilancio. La comunità che si occupa di compatibilità elettromagnetica, pur essendo piccola, è molto attiva e appassionata. La compatibilità elettromagnetica ha anche una direttiva europea associata e questo ci sprona verso un impegno responsabile nei confronti degli attori coinvolti che sono i produttori, i consumatori, gli organismi di certificazione e di valutazione della conformità. Siamo quindi impegnati su più fronti, oltre a quello puramente tecnico della normazione. Il bilancio è positivo perché le riunioni del SottoComitato sono molto frequentate, mi dicono anzi che siano fra quelle più frequentate del Comitato Elettrotecnico Italiano e questo malgrado ci si occupi di norme di base che quindi non muovono interessi economici di uno specifico produttore.

Da quando sono Presidente è anche aumentata la partecipazione ai Comitati internazionali che è passata da due a cinque esperti, tutti molto attivi. Anzi, mi consenta di ringraziare gli esperti italiani che portano il loro intelligente ed equilibrato contributo alla normazione internazionale. Senza la loro partecipazione fisica ai lavori dei Comitati internazionali gran parte del compito svolto “a casa” perderebbe sicuramente di efficacia. Un risultato della partecipazione ai lavori internazionali che mi preme ricordare è il contributo dell’Italia alle norme di immunità della serie IEC 61000-4-X. In molte di queste norme la valutazione dell’incertezza di misura è italiana. Ma tanti altri sono stati i contributi tecnici italiani prodotti in questi anni, basati su analisi, misure, simulazioni e a volte, frutto di un sofferto compromesso raggiunto con discussioni all’interno del Comitato e dei suoi Gruppi di lavoro, e difese oppure accolte con grande apprezzamento in ambito internazionale.

Quali attività svolte nel CEI SC 210/77B hanno determinato i risultati sopra citati?

A mio parere, prima di tutto è stata fondamentale, lo ripeto a rischio di essere noioso, la partecipazione internazionale. Un conto, infatti, è vivere le riunioni internazionali, partecipare alle discussioni con i colleghi provenienti da altri Paesi, assistere alle presentazioni dei colleghi oppure presentare le proprie, fare e subire domande, altro conto è cercare di capire cosa “bolle in pentola” leggendo i verbali delle riunioni internazionali.

Quando si riporta in Italia, nella discussione all’interno del Comitato italiano, questa esperienza e si spiegano i fatti si ha tutta un’altra efficacia. Un altro aspetto importante della vita del Comitato che secondo me ha contribuito ai risultati ottenuti è l’apertura, lo stimolo e la valorizzazione di competenze diverse: chi fa le prove, chi tara, chi certifica, chi fa i prodotti, chi fa l’ispettore dell’ente di accreditamento, chi progetta, chi fa le misure, chi è bravo coi calcoli, chi con le simulazioni. D’altra parte, è la natura stessa della compatibilità elettromagnetica, una disciplina trasversale e con ricadute in ambiti diversi, che richiede competenze diverse e complementari.

Qual è stato e qual è il contributo italiano in sede internazionale?

Il contributo italiano consiste nella partecipazione attiva ai lavori dei gruppi internazionali. Durante le riunioni internazionali i nostri esperti presentano i risultati di attività sperimentali e di simulazioni svolte anche col supporto dei membri del Comitato italiano. In questo modo l’Italia contribuisce alla evoluzione delle norme sulla base di evidenze tecniche e scientifiche.

Riusciamo a presidiare i gruppi di lavoro più importanti e “classici” del SottoComitato IEC SC 210/77B, quelli che mantengono e sviluppano le norme di base sulle prove di immunità ai fenomeni impulsivi e ad onda continua. Abbiamo poi esperti in Gruppi di lavoro che lavorano su temi più di nicchia, come le prove nelle camere riverberanti elet- tromagnetiche e la protezione dalle interferenze elettromagnetiche intenzionali.

Giancarlo BORIO, Segretario CEI SC 210/77B

È nato a Cambiano (Torino) nel 1956. Si è laureato al Politecnico di Torino in Ingegneria Elettronica nel 1980.

Attualmente è Responsabile della Local Unit IMQ LACE (Laboratorio di Compatibilità Elettromagnetica) di Torino, labora- torio di prove e certificazioni per il supporto alle aziende nel campo della marcatura CE e delle apparecchiature, comprese Automotive (certificazione di prodotto).

Dal 2003 al 2017 è stato Responsabile del LACE di Torino per Corep (Consorzio per la formazione e il trasferimento tecnologico) Laboratorio istituito da Politecnico di Torino, Camera Comm. di Torino, Laboratorio della Cam. Comm. Torino, Istituto Elettrotecnico Nazionale “Galileo Ferraris” e Istituto Superiore “Mario Boelaa”) e dal 1997 al 2003 Responsabile del Laboratorio chimico della Camera del Commercio di Torino.

Negli anni precedenti ha lavorato in aziende operanti nel commercio della strumentazione elettronica da laboratorio e EMC e nel campo dell’ingegneria clinica.

È stato docente in numerosi corsi su temi legati alle tecniche di misura, Direttive, marcatura CE e Norme in ambito EMC, sia per il Politecnico di Torino, sia per Corep. È membro del SC210/77B dal 1992 e Segretario dello stesso SC 210/77B dal 2002

Lei ha lavorato per oltre 30 anni nel SC, come è stata e come vede l’attività normativa futura?

Io ho avuto la fortuna di partecipare alle prime riunioni di questo SottoComitato, quando il Presidente era Pellegrini e Segretario Pandini. Due personaggi ormai scomparsi che hanno contribuito pesantemente a scrivere le vecchie Norme IEC 801.

Si era alla fine degli anni ‘80 e in quegli anni si lavorava e vennero pubblicate le prime Norme su: Scariche Elettrostatiche IEC 801- 2, Immunità Irradiata IEC 801-3, Burst/Fast Transient IEC 801-4, ecc.

Quelle che diventeranno le future IEC 1000- 4-X e le attuali IEC 61000-4-X. È stata una bellissima esperienza e questo ha permesso al nostro Paese di essere in prima fila in questo settore. L’Italia ha sempre avuto Presidenti internazionali molto stimati sia nell’IEC che nel Cispr: allora c’erano Pellegrini e Nano, oggi Gorini.

Per quanto riguarda l’attività odierna e futura, con l’attuale Presidente Carobbi cerchiamo ad ogni riunione (oltre al solito lavoro sui documenti in discussione) di inserire aspetti di interpretazione delle norme e tutorial su aspetti EMC di carattere generale.

Proprio per sviluppare una discussione e uno scambio di pareri tra tutti i partecipanti alle riunioni su temi che sono o diventeran- no poi argomenti normativi nel prossimo futuro. Queste digressioni sono molto apprezzate e le esperienze personali proposte dagli esperti del sottocomitato permettono ad ognuno di noi di approfondire la conoscenza di questo settore.

Come può rapportarsi l’attività del SC al mondo dell’Industria nel nostro Paese?

La mia esperienza personale mi porta a dire il nostro Paese possa e debba investire maggiori risorse sulle attività normative invertendo una tendenza che portava a concentrare le risorse economiche su aspetti ritenuti più strategici.

Deve crescere in tutti i nostri stakeholder, e forse in alcuni ambiti sta già accadendo, la convinzione che la normazione sia un aspetto strategico: nei Comitati internazionali del mondo EMC i pochi italiani devono molte volte discutere con delegazioni di tedeschi, inglesi, americani (USA), cinesi, giapponesi e coreani molto più numerose e coalizzate; le decisioni normative si ripercuotono pesantemente sulla nostra industria (sia sul mercato interno che nell’esportazione).

Perché tutte le altre nazioni spendono di più? Forse su questo aspetto dobbiamo riflettere.

Detto questo, la conoscenza degli aspetti normativi è fondamentale nel mondo industriale proprio per portare a casa gli ordini. Sembra un non-senso, ma molte volte portare a casa un buon ordine o un cattivo affare può dipendere da cosa il cliente chiede e da cosa il fornitore è in grado di proporre proprio in fase di trattativa.

Facciamo un esempio: un certo capitolato chiede specifiche prove (naturalmente anche per aspetti EMC), vengono richieste certe dimensioni perché magari ci sono già gli stampi meccanici e vengono definite le tempistiche.

Se in questa fase della discussione si mette subito in dubbio la reale fattibilità del progetto (dimostrando che nelle dimensioni ridotte non si riescono ad inserire i filtri che saranno necessari per soddisfare le norme EMC) molto probabilmente si potrebbero ottenere dei gradi di libertà in più tali da portare a fine il progetto con successo.

Se invece per la volontà di portare a casa l’ordine a tutti i costi, e posticipare i problemi (che inevitabilmente sorgeranno per l’impossibilità di far funzionare il dispositivo come pensato all’inizio), si andrà incontro al rischio di fare un lavoro che potrebbe risultare in perdita. La conoscenza normativa e di progetto è fondamentale anche per conquistare la fiducia del cliente, è un modo per far capire al proprio cliente di avere di fronte delle persone che sanno quello che fanno.

Quali sono secondo Lei gli obiettivi prioritari che bisognerebbe dare al mondo normativo elettromagnetico in generale e a quello del CEI SC 210/77B in particolare?

I Comitati di normazione in ambito EMC non hanno, credo, specificità che li rendono molto diversi dagli altri Comitati tecnici. Il valore dei Comitati è il valore degli esperti che ne frequentano le riunioni nazionali ed internazionali.

Occorre secondo me mantenere sempre alto il livello tecnico della discussione perché questo alla lunga paga in termini di qualità e quantità della partecipazione alle riunioni.

Le norme EMC, come le norme di altri settori, richiedono competenze trasversali e credo sia necessario il coinvolgimento sia dell’industria che dell’università e degli enti di ricerca per un efficace lavoro normativo. Il contributo dell’università e degli enti di ricerca allo sviluppo normativo è significativo ma potrebbe essere ancora più rilevante se fosse maggiormente valorizzato dal sistema di valutazione della ricerca. Chi stabilisce la rotta da seguire dovrebbe avere maggiore consapevolezza del ruolo, della funzione e delle responsabilità nel contesto nazionale del mondo della ricerca e del contributo che questa può offrire allo sviluppo del Paese, anche attraverso la normazione. Sta al mondo normativo e al mondo della ricerca cercare un dialogo costruttivo per il bene di entrambe le parti.

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