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L’importanza del processo di armonizzazione delle norme tecniche a supporto della legislazione europea.
Paolo UMILIACCHI, Consulente CEN-CENELEC “Railway Interoperability”
È nato a Cesena nel 1956. Si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Bologna.
Co-proprietario e Amministratore Unico della società CNC Centro Nuova Comunicazione, da lui fondata insieme ad altri soci nel 1984. Le sue competenze comprendono elettronica, reti digitali, software e modellazione.
Dal 2013 è consulente CENELEC per l’interoperabilità ferroviaria. Ha lavorato come consulente per varie società e in precedenza ha iniziato la propria carriera come ricercatore presso la Fondazione Guglielmo Marconi.
Ha svolto ruoli manageriali in diversi progetti di ricerca europei (InteGRail, EuRoMain, TrainCom, ROSIN), occupandosi di gestione, valutazione, qualità e comunicazione.
È membro della IEEE (Institute of Electric and Electronic Engineers) e della AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni) e partecipa alle attività di standardizzazione in ambito CEI, UNI, IEC e CENELEC.
Qual è l’attività svolta dai i consulenti CEN- CENELEC?
I consulenti CEN-CENELEC in effetti svolgono un ruolo un po’ dietro le quinte. Come noto, la legislazione europea è fatta dalla Commissione Europea, con l’approvazione del Parlamento e del Consiglio. Tale legislazione può affrontare i problemi tecnici solo a livello generale, mentre vengono poi emanate delle Specifiche Tecniche di interoperabilità (nel mio caso, afferenti il mondo ferroviario) che entrano un po’ più nel dettaglio tecnico di queste legislazioni (e, anche a questo punto, non nei minimi dettagli). La Commissione Europea chiede alle organizzazioni di standardizzazione europee (CEN, CENELEC ed ETSI) di sviluppare degli standard a supporto della legislazione vigente. Ogni volta che uno di tali standard è stato sviluppato, è necessario che qualcuno verifichi che esso sia in accordo con la legislazione di partenza, ed è proprio questo il lavoro fatto dai consulenti CEN-CENELEC: verificare gli standard nei minimi dettagli e quindi decidere se lo standard stesso è “armonizzato” con la legislazione europea. Se lo è, lo standard viene chiamato appunto “standard armonizzato” e può essere pubblicato, dopo ulteriori verifiche, sul giornale ufficiale dell’Unione Europea. In alcuni casi, uno standard può essere anche direttamente citato nelle Specifiche Tecniche di interoperabilità e, in tal caso, la sua applicazione diventa obbligatoria in Europa.
Può farci un breve bilancio del lavoro da lei svolto in tale ambito?
Personalmente, lavoro nel mondo della standardizzazione da molti anni, dapprima in ambito IEC, poi anche europeo e nazionale. Dal 2013 il mio lavoro si è concentrato nel ruolo di consulente del CENELEC per l’interoperabilità ferroviaria. Ci sono consulenti per tutti i settori di standardizzazione e, tra questi, un settore molto importante è quello ferroviario, nel quale operano attualmente tre consulenti: due per il CEN e uno per il CENELEC (che sono appunto io). Nel fare questo lavoro ritengo di avere dato un buon contributo al miglioramento della versione finale degli standard in quanto, oltre a verificarne la compatibilità con le leggi vigenti, se ne verifica anche la qualità, la mancanza di ambiguità e, in generale, si cerca di dare consigli al Gruppo di Lavoro che sviluppa lo standard su come ottenere il miglior risultato finale possibile.
Cosa raccoglie dal passato e cosa si propone si fare nel prossimo futuro?
La mia esperienza come consulente CENELEC è sicuramente stata positiva, nonostante ci sia stata qualche difficoltà nei rapporti tra la Commissione Europea e il CENELEC stesso, che ha causato dei momenti di limbo durante i quali non è stato possibile operare in pratica.
Recentemente sono state prese decisioni, a livello di Commissione Europea, tali da portare la gestione dei consulenti direttamente sotto l’ombrello della Commissione stessa, senza più passare attraverso il CENELEC; quindi, a seconda di quelli che saranno gli sviluppi di queste decisioni, ci potrà essere un’evoluzione diversa anche della mia attività. La mia opinione è che questo ruolo di terza parte che fa da interfaccia tra il mondo della legislazione e il mondo della standardizzazione sia utile e necessario e spero di continuare a farne parte.