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Le novità sulle protezioni contro le sovratensioni e alimentazione dei veicoli elettrici.
Angelo Baggini –Docente Università degli Studi di Bergamo
Franco Bua – Segretario Tecnico Referente CEI
Il 1 marzo 2019 è entrata in vigore la V5 della Norma CEI 64-8 che sostituisce completamente le Sezioni:
Si tratta della quinta variante alla settima edizione della CEI 64-8 che era stata pubblicata nel 2012. Come è avvenuto negli ultimi anni anche la V5 prosegue il percorso di allineamento delle pratiche impiantistiche nazionali con le norme di armonizzazione europee HD (Harmonization Document).
Questo articolo riprende brevemente i contenuti, le novità formali e sostanziali introdotte.
Protezione contro le sovratensioni transitorie condotte
La protezione contro le sovratensioni transitorie condotte di origine atmosferica o dovute a manovra è oggetto della maggioranza delle novità introdotte sia nella sezione 443 sia nella sezione corrispondente della Parte 5 dedicata ai dispositivi.
Le sovratensioni considerate dalla nuova Sez. 443 non cambiano rispetto al passato: la Norma CEI 64-8 tratta sempre e solo le sovratensioni condotte dalle linee di alimentazione dell’impianto sia di origine atmosferica sia di manovra, ovvero sono sempre escluse le sovratensioni dovute alla fulminazione diretta della struttura o indotte da un fulmine che cade in prossimità della struttura. La novità introdotta dalla V5 consiste nella definizione di un nuovo criterio di valutazione della necessità di protezione.
Valutazione della necessità di protezione
La definizione di un nuovo criterio di valutazione del rischio dovuto alle sovratensioni transitorie condotte dall’impianto di alimentazione costituisce probabilmente la principale novità introdotta dalla V5.
Il nuovo metodo ha l’indubbio pregio della semplicità ed è alternativo e non in contrasto (per quanto applicabile, ovvero per le sovratensioni transitorie condotte dall’impianto di alimentazione) con quello più generale ma complesso proposto dalla Norma EN 62305-2 (le norme del CT 81 fanno sempre riferimento alle sovratensioni in generale fulminazione diretta e indiretta di linee di alimentazione e struttura).
Il metodo proposto dai nuovi artt. 443.4 e 443.5 della Norma CEI 64-8 è riportato sinteticamente in Figura 1, a compendio della quale si cita quanto segue:
Un vero e proprio calcolo, seppure semplice, è necessario per i soli casi residuali applicando l’espressione riportata all’art. 443.5:
CRL = f / (LP . Ng)
Dove:
Senza entrare in ulteriori dettagli, vale la pena solo osservare che essendo nella maggior parte dei casi LP difficilmente conoscibile, o comunque non controllabile perché di altra proprietà, vale sempre la pena assumerlo pari al valore massimo (1 km).
Dispositivi per la protezione contro le sovratensioni transitorie
Alla scelta e installazione dei dispositivi per la protezione contro le sovratensioni transitorie, la V5 dedica la Sez. 534.
Vale subito la pena precisare che rispetto al testo che va a sostituire l’art. 534.1 coerentemente con i contenuti che seguono cita esclusivamente gli SPD e tralascia soluzioni alternative quali trasformatori di isolamento particolari, filtri o loro combinazioni.
La norma non li tratta, ma ovviamente vale la regola generale che quanto non vietato è ammesso.
Nei confronti della tenuta dell’isolamento:
In Tabella 2 sono state riportate le categorie di sovratensione corrispondenti alle tensioni nominali più comuni.
Obiettivo della protezione contro le sovratensioni è limitare, in ogni zona dell’impianto, le sollecitazioni dielettriche a livelli tali da essere sopportate dalle apparecchiature installate in quella stessa zona.
L’installazione coordinata di SPD oltre che ad arrivo linea può essere necessaria sui quadri secondari o in prossimità delle apparecchiature se, come in genere accade, la prima non è sufficiente.
Un SPD, oltre che dalla macro-tecnologia sulla quale è basato (spinterometrica, a varistori), è individuato dai seguenti elementi:
Schemi di collegamento
I tre schemi di collegamento degli SPD (A, B, C) in uso prima dalla V5 diventano due (CT1 e CT2, Figura 2):
La V5 precisa che, nei sistemi TN-S e TN-C-S, può essere omesso l’SPD N-PE se la distanza tra il punto di separazione tra neutro e PE ed il punto in cui sono installati gli SPD è minore di 0,5 m o se il punto di separa- zione tra neutro e PE e gli SPD sono nello stesso quadro.
Tipo di SPD
La scelta del tipo di SPD dipende dalla sollecitazione che, in ragione del punto di installazione, l’SPD è chiamato a sopportare e dai requisiti di protezione richiesti.
In Figura 3 è riportato uno schema esemplificativo.
Generalmente va bene il Tipo 2, con le seguenti eccezioni: Tipo 1 se le condizioni di installazione sono tali da portare l’SPD ad essere percorso dalla corrente di fulmine (ad esempio all’origine dell’impianto), Tipo 3 per la protezione delle apparecchiature più sensibili (ad esempio apparecchiature elettroniche).
Per stabilire quando non è sufficiente un SPD di Tipo 2, occorre fare riferimento:
Tensione continuativa
La tensione continuativa (UC) è il valore efficace della tensione più elevata alla frequenza di rete che può essere applicata in modo continuativo ai morsetti dell’SPD.
Considerata la nota tolleranza sulla tensione di rete è giocoforza che sia richiesto che la tensio- ne di esercizio continuativa consideri sempre un 10% di margine tranne che nel caso dei sistemi TN e TT nel collegamento N-PE che già considera la condizione di guasto più gravosa (Tabella 3).
Livello di protezione
Il livello di protezione dell’SPD (UP) deve essere in- feriore all’80% della tensione di tenuta a impulso dell’apparecchiatura (UW).
Corrente di scarica
Le norme di prodotto rappresentano convenzionalmente la corrente di scarica con parametri diversi per i diversi tipi di SPD:
Gli SPD di Tipo 1 (Tabella 5) devono avere Iimp:
Corrente susseguente
La corrente susseguente (ovvero il valore massimo di corrente di cortocircuito a 50 Hz che l’SPD è in grado di estinguere da solo, o abbinato ad uno specifico dispositivo di protezione) deve essere superiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione.
Nel commento dell’art. 534.4.4.6 viene specificato che occorre fare riferimento alla corrente di cortocircuito monofase.
Alimentazione dei veicoli elettrici
La maggior parte delle modifiche intervenute nella Sez. 722 in tema di alimentazione dei veicoli elettrici sono, seppur utili, formali.
Le modifiche tecniche principali sono due:
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