torna su
torna su

Illuminazione di emergenza

Anticipazioni sulle nuove Norme EN 1838 e EN 50172 per la progettazione e la manutenzione dei sistemi di illuminazione di emergenza.

Illuminazione di emergenza
watch_later 19min. circa
condividi l'articolo su facebook condividi l'articolo su twitter condividi l'articolo su linkedin copia il link
torna su
Illuminazione di emergenza
watch_later 19min. circa

Franco Rusnati (Responsabile Tecnico Assil – Associazione Nazionale Produttori di Illuminazione e Segretario CEI CT 34)

 

INTRODUZIONE

In questo articolo vengono fornite alcune anticipazioni sulle nuove norme europee EN 1838 e EN 50172, presto disponibili a catalogo CEI MyNorma anche in lingua italiana.

Come noto, l’illuminazione di emergenza o di sicurezza ricopre un ruolo fondamentale per la sicurezza e l’evacuazione di un edificio. Garantire la corretta quantità di luce all’interno dell’edificio in mancanza di energia elettrica è una priorità assoluta, oltre che un requisito di legge, per la sicurezza delle persone che popolano un edificio e per garantire una corretta evacuazione dello stesso in caso di pericolo, evitando situazioni di panico.

La Norma impianti CEI 64-8, nella sua Parte 5, dedica un intero articolo all’alimentazione dei servizi di sicurezza e all’illuminazione di emergenza, e indica la Norma EN 1838 come norma fondamentale per una corretta progettazione illuminotecnica per l’illuminazione di emergenza (oltre alla conformità degli apparecchi di illuminazione di emergenza alla CEI EN 60598-2-22). I requisiti prescritti dalla EN 1838 vengono ampiamente ripresi anche dal vigente quadro legislativo relativo la sicurezza delle persone e, in particolare, dai seguenti provvedimenti:

  • Lgs. 81/08 il quale sancisce gli “obblighi fondamentali in materia di salute e sicurezza sul lavoro”
  • DM 3 agosto 2015 “Codice Prevenzione Incendi”, Allegato I, nei paragrafi relativi all’“Esodo”, ossia nei capitoli S.4 (S.4.5.10), V.10 (V.10.5.4) e V.12 (V.12.5.3)
  • nuovi Decreti “Controlli”, specificatamente nel Decreto del Ministero degli Interni 3 settembre 2021 denominato “Minicodice” nel relativo paragrafo inerente le “Caratteristiche del sistema d’esodo” (4.2.1_6).

In sede CEN è in pubblicazione la nuova revisione della Norma EN 1838 che aggiorna i requisiti per una corretta progettazione illuminotecnica mettendo ordine nella classificazione degli impianti e degli ambienti e fornendo una serie di elementi per la verifica in campo degli impianti.

In parallelo alla EN 1838, in sede CENELEC è stata rivista la Norma EN 50172 “Emergency escape lighting systems”. Se da un lato la corretta progettazione di un impianto è assolutamente necessaria per definire una corretta illuminazione di emergenza (ruolo della EN 1838), dall’altro è altrettanto necessario garantire che l’impianto venga realizzato, consegnato, verificato e soprattutto manutenuto in modo che possa correttamente funzionare anche a distanza di tempo. La manutenzione di un impianto di illuminazione di emergenza, così come la verifica periodica, spesso dimenticata e trascurata nonostante la cogenza e le chiare prescrizioni del quadro legislativo vigente, è assolutamente necessaria per la sua funzionalità nel tempo. Con la pubblicazione della Norma EN 50172 viene fatto ordine a tutte le normative nazionali che trattavano la manutenzione degli impianti di emergenza di evacuazione dando vita alla prima vera norma europea sull’argomento.

Entrambe queste norme sono state aggiornate per tenere conto dell’evoluzione tecnologica dei prodotti e dei sistemi. Nel mercato sono infatti presenti sistemi e prodotti conformi alla Norma CEI EN 62034 sempre più sofisticati intelligenti e interattivi, che permettono di effettuare diagnosi di prodotto o di sistema, di comunicare dati a sistemi di raccolta, visualizzazione o reportistica (come piattaforme Cloud e sistemi di gestione e controllo degli edifici – BMS), facilitare la redazione di “test report” digitali da allegare al Registro dei controlli periodici. Inoltre, questi sistemi permettono di individuare le operazioni di manutenzione e possono fornire l’indicazione del luogo di installazione degli apparecchi non funzionanti, sulla planimetria dell’edificio. Questi sistemi permettono di effettuare verifiche periodiche di prodotto, riducendo notevolmente l’intervento umano in questa operazione sempre difficoltosa da pianificare, ma ritenuta assolutamente necessaria per evitare incidenti di cui purtroppo spesso si riempiono le pagine dei giornali.

Nei prossimi mesi, entrambe le norme verranno pubblicate e tradotte dai rispettivi Enti di normazione Nazionali (UNI per la EN 1838 e CEI per la EN 50172) ed entreranno a far parte del panorama normativo Europeo e nazionale.

Infine, in queste norme viene fatto un riferimento ai sistemi adattivi di illuminazione di evacuazione (adaptive emergency escape lighting system – AEELS). Si tratta di sistemi in cui è possibile indirizzare la direzione di evacuazione verso una via di fuga sicura ed impedire che si possa essere indirizzati verso una via ostruita o dove è presente una situazione di pericolo. Il nuovo documento di riferimento per questi sistemi sarà la CEN/TS 17951, anch’essa in fase finale di completamento per la pubblicazione.

 

EN 1838 LIGHTING APPLICATIONS – EMERGENCY LIGHTING

Come spesso avviene, quando si mette mano a una norma per una sua revisione, si tenta di mettere ordine. Non è esente da questo processo la Norma EN 1838 in cui si evidenza una revisione delle definizioni e della classificazione delle forme specifiche di illuminazione di emergenza. Già nell’introduzione si nota una profonda revisione dello schema a blocchi che riassume le varie forme specifiche di illuminazione di emergenza (Tabella 1). Anche la struttura della norma è stata ampliata aggiungendo un nuovo articolo 4 che introduce e indica dei requisiti generali applicabili a tutte le diverse forme di illuminazione di emergenza contenute nei nuovi articoli 5, 6 e 7.

In questa nuova edizione sono stati inoltre aggiunti due nuovi allegati. L’allegato A (informativo) fornisce elementi per una corretta progettazione e selezione dei tempi di autonomia e di attivazione del sistema di illuminazione di emergenza. L’allegato B (sempre informativo) fornisce invece differenti metodologie per verificare in loco le luminanze o gli illuminamenti richiesti. In particolare, quest’ultimo allegato rappresenta un’importante novità in quanto queste misure erano sempre lasciate alla perizia di chi effettuava le misurazioni, spesso senza guida o elementi per effettuare eventuali correzioni o compensazione delle letture degli strumenti.

 

Illuminazione di emergenza
Illuminazione di emergenza per l’evacuazione  

Illuminazione di area locale

 

 

 

Illuminazione di riserva

 

 

 

Illuminazione delle vie di esodo

 

Illuminazione di spazi aperti (antipanico)

 

Illuminazione per area ad alto rischio

 

Segnali di sicurezza inclusi i segnali di sicurezza adattivi

Tabella 1 – Forme di illuminazione di emergenza [Fonte: EN 1838 e EN 50172]

 

Di seguito sono indicati i principali requisiti per le diverse forme di illuminazione di emergenza*(NOTA a piè di pag.: per ciascun nuovo termine è riportata la definizione della Norma europea in lingua inglese, le definizioni in italiano potrebbero subire lievi modifiche in pubblicazione italiana):

  • Illuminazione di emergenza (Emergency lighting)

L’illuminazione di emergenza è il termine generico in cui si indica l’illuminazione fornita quando c’è un guasto sulla normale rete di alimentazione elettrica. Nella norma, tra le caratteristiche generali, è indicato che, per garantire che l’illuminazione di emergenza funzioni quando richiesto, deve essere installata, testata e manutenuta in conformità alla Norma EN 50172 e, se sono installati sistemi di diagnosi automatici, essi devono essere conformi alla Norma EN 62034. Non sono quindi sufficienti una progettazione ed un’installazione corretta, ma è fondamentale una manutenzione costante del sistema.

Altra importante novità è la possibilità di considerare, nel calcolo illuminotecnico, la prima riflessione nei sistemi di illuminazione di emergenza ad illuminazione indiretta. Nella norma è infatti indicato che i contributi derivanti dalle riflessioni della luce sulle superfici dell’ambiente non devono essere considerati, tranne che nei sistemi ad illuminazione indiretta con apparecchi di illuminazione rivolti verso l’alto, dove l’apparecchio funziona in abbinamento ad una superficie riflettente (in modalità permanente). Quando si utilizza l’illuminazione indiretta per l’illuminazione di evacuazione, devono essere presi in considerazione i seguenti tre punti:

  • la prima riflessione può essere inclusa nel calcolo dell’illuminazione di emergenza
  • la superficie riflettente deve essere presa in considerazione nella manutenzione dell’illuminazione di emergenza come se fosse parte del sistema di illuminazione di emergenza
  • la distanza tra la sorgente luminosa e la superficie riflettente non deve essere ostruita da alcun oggetto.

L’illuminazione di emergenza è composta da:

  • Illuminazione di emergenza per l’evacuazione (emergency escape lighting), che a sua volta è composta da:
    • Illuminazione delle vie di esodo (escape route lighting)
    • Illuminazione di spazi aperti (antipanico) (Open area (anti-panic) lighting),
    • Illuminazione per area ad alto rischio (high-risk task area lighting)
    • Segnali di sicurezza (safety sign)
  • Illuminazione di area locale (local area lighting)
  • Illuminazione di riserva (standby lighting).

 

  • Illuminazione di emergenza per l’evacuazione (emergency escape lighting) (precedentemente chiamata “illuminazione di sicurezza”)

È la parte dell’illuminazione di emergenza che fornisce illuminazione per la visibilità delle vie di esodo, dei segnali di sicurezza e per la guida e la sicurezza delle persone che lasciano una posizione per dirigersi verso un luogo sicuro, o tentano di completare un processo potenzialmente pericoloso, prima di lasciare la posizione stessa. Essa è composta da:

  • Illuminazione delle vie di esodo (escape route lighting)

È la parte dell’illuminazione di emergenza per l’evacuazione predisposta per assicurare che le vie di esodo possano essere efficacemente identificate e utilizzate in sicurezza.

Per le vie di esodo è normalmente richiesto un illuminamento minimo di 1 lx a livello del pavimento per tutta la larghezza della via di esodo esclusa una banda di 0,5 m laterale (o ¼ della larghezza se inferiore a 2 m). Il rapporto tra l’illuminamento minimo e massimo non deve superare 1:40 e l’autonomina richiesta è normalmente 1 h. Per questa parte di illuminazione sono anche richiesti dei valori massimi di intensità per evitare abbagliamenti debilitanti. Questo requisito aumenta la quantità di luce richiesta sul pavimento della via d’esodo rispetto alla edizione precedente che richiedeva 1 lux solo lungo la linea mediana e solo 0,5 lx su quasi tutta la sua larghezza (Figura 5).

Figura 5 – Confronto dei requisiti di illuminamento tra la vecchia e nuova edizione

 

  • Illuminazione di spazi aperti (antipanico) (Open area (anti-panic) lighting),

È la parte dell’illuminazione di emergenza per l’evacuazione predisposta per evitare il panico e fornire l’illuminazione necessaria affinché le persone possano raggiungere il luogo dove il percorso per una via di esodo possa essere identificato.

Per spazi aperti si intendono aree che, in base all’analisi del rischio, possano portare le persone ad avere situazioni di panico per l’assenza di luce. Tra i fattori da considerare (elenco non esaustivo):

  • se la superficie dell’area è maggiore di 60 m2
  • se l’area è soggetta a rischi quali un gran numero di occupanti, pericolo di inciampo, ecc.

L’illuminamento orizzontale al suolo non deve essere minore di 0,5 lx sull’intera area vuota, con l’esclusione di una fascia di 0,5 m sul perimetro dell’area stessa. Anche per queste aree il rapporto tra l’illuminamento minimo e massimo non deve superare 1:40 e l’autonomia richiesta è normalmente 1 h. Anche per questa parte di illuminazione sono richiesti dei valori massimi di intensità per evitare abbagliamenti debilitanti.

  • Illuminazione per area ad alto rischio (high-risk task area lighting)

È la parte dell’illuminazione di emergenza per l’evacuazione che fornisce illuminazione per la visibilità alle persone coinvolte in un processo o in una situazione potenzialmente pericolosi e facilita la conclusione, in sicurezza, delle attività.

Per questi ambienti il valore di illuminamento richiesto sull’area del compito visivo è il 10% del valore mantenuto, ma pur sempre mai inferiore a 15 lx. Per queste aree è richiesto un tempo di attivazione, ossia del raggiungimento del flusso nominale dell’apparecchio, non superiore a 0,5 s. L’autonomia minima dipende dal compito e dalle operazioni da svolgere e dovrebbe essere stabilita sulla base del tempo necessario a svolgere in sicurezza tali operazioni. Per queste aree sono richiesti valori di uniformità di luminanza e di abbagliamento debilitante più restrittivi rispetto all’illuminazione delle vie di fuga.

  • Segnali di sicurezza (safety sign)

Sono i segnali che forniscono un messaggio generale sulla sicurezza, ottenuto mediante una combinazione di un colore e una figura geometrica e che, mediante l’aggiunta di un simbolo grafico, forniscono un messaggio particolare sulla sicurezza.

Un esempio di segnale di sicurezza è rappresentato in Figura 6.

 

Figura 6 – -Esempio di segnale di sicurezza

 

Oltre a requisiti di leggibilità e di abbagliamento (utilizzati anche dalla Norma di prodotto CEI EN 60598-2-22) sono forniti anche criteri di visibilità per cui è richiesto che l’installazione sia a non più di 100 volte l’altezza del segnale per i segnali illuminati esternamente o 200 volte per i segnali illuminati internamente.

  • Illuminazione di area locale (local area lighting)

Rappresenta la vera novità di questa norma ed è la parte di illuminazione di emergenza che fornisce l’illuminazione per le persone a cui è permesso rimanere nell’edificio durante il guasto o l’assenza dell’alimentazione elettrica normale. L’identificazione di questa possibilità dovrebbe essere valutata da una corretta analisi del rischio.

Esempi di illuminazione di aree locali sono:

  • Case di cura in cui, al mancare dell’alimentazione ordinaria non si procede immediatamente con l’evacuazione (in assenza di eventi pericolosi l’illuminazione ordinaria potrebbe essere ripristinata nel giro di breve tempo), ma si preparano il personale e gli ospiti per l’evacuazione in attesa del segnale di evacuazione.
  • Negozi in cui, al mancare dell’alimentazione non si procede immediatamente con l’evacuazione, ma si permette al pubblico di mantenere la normale presenza, in attesa del segnale di evacuazione. In caso di evacuazione, l’illuminazione dell’area locale potrebbe servire a mantenere il personale dipendente nell’edificio per riprendere l’attività non appena viene ripristinata l’alimentazione.

L’illuminazione di area locale può essere parte dell’illuminazione di evacuazione e la sua autonomia non deve essere inferiore all’illuminazione di emergenza per l’evacuazione. I livelli di illuminamento richiesti devono essere basati sull’analisi del rischio, ma comunque non devono essere inferiori a quelli dell’illuminazione di emergenza per l’evacuazione.

  • Illuminazione di riserva (standby lighting)

È la parte dell’illuminazione di emergenza predisposta per consentire che le normali attività rimangano sostanzialmente invariate.

 

EN 50172 EMERGENCY ESCAPE LIGHTING SYSTEMS

Anche questa norma ha subito una pesante revisione. Nell’analisi effettuata sul testo della precedente edizione, prima dell’inizio del processo di revisione, era stato constatato che questa norma conteneva sostanzialmente tre elementi:

  • alcuni requisiti di progettazione illuminotecnica per alcuni ambienti specifici, per es. requisiti per lo sbarco dagli ascensori
  • alcuni requisiti impiantistici relativi al progetto dell’impianto elettrico
  • alcuni requisiti sulla manutenzione dei sistemi ed impianti di emergenza.

Il risultato era quindi una norma con un po’ di tutto, ma non completa su nessun aspetto. Non a caso la vecchia edizione di questa norma, pur essendo una norma EN, non era quasi mai applicata o utilizzata per progettazione e verifica. In Europa continuavano ad esistere norme e regole nazionali per la manutenzione (anche l’Italia, per questo aspetto, aveva adottato la Norma nazionale UNI CEI 11222).

Nella fase di revisione è stata quindi fatta pulizia chiarendo lo scopo e il campo di applicazione di questa norma effettuando le seguenti operazioni:

  • Tutti i requisiti di progettazione illuminotecnica sono stati rimossi e incorporati nella Norma EN 1838. Nel contempo anche le definizioni sono state allineate per rendere queste due norme perfettamente allineate
  • Tutti i requisiti di impianto che erano già contenuti nella Norma HD 60364‑5‑56 (Norma CEI 64-8, Parte 5) sono stati eliminati. I rimanenti, temporaneamente spostati in un allegato normativo e proposti al CLC TC 64 / WG11 per la sua implementazione nella Norma impianti (CEI 64-8)
  • Il testo della norma è stato quindi rielaborato per essere la norma di riferimento per la documentazione di verifica, funzionamento, manutenzione e requisiti di prova per i sistemi di illuminazione di emergenza. Pertanto, questo documento contiene requisiti dettagliati non solo per la verifica iniziale dei sistemi di illuminazione di emergenza, ma anche per il loro monitoraggio e manutenzione continui, che è l’unico modo per garantire che l’illuminazione di emergenza sia adeguatamente fornita quando richiesto e in conformità della cogenza delle prescrizioni del quadro legislativo.

La nuova edizione di questa norma è quindi così strutturata:

  • Requisiti generali e di progetto del sistema di illuminazione di emergenza per l’evacuazione (articoli 4 e 5)

In questi articoli vengono forniti i requisiti generali per una corretta progettazione del sistema di illuminazione di emergenza considerando l’analisi del rischio, la rispondenza alla EN 1838 e alle norme impiantistiche.

  • Requisiti per la consegna dei sistemi di illuminazione di emergenza per l’evacuazione (articolo 6)

Una volta progettato e realizzato il sistema di emergenza, in questo articolo vengono forniti requisiti per la documentazione necessaria da fornire, in fase di consegna del sistema, al responsabile per la sicurezza dell’edificio.

  • Requisiti per la manutenzione e verifiche (articolo 7)

Questo articolo rappresenta il cuore della norma perché in esso sono contenuti tutti i requisiti per la manutenzione, per la verifica del sistema e per la reportistica da utilizzare.

 

REGISTRO

Per documentare i controlli periodici, le prove, i guasti e qualsiasi successiva modifica apportata al sistema di illuminazione di emergenza, deve essere tenuto un registro per registrare ogni operazione avvenuta.

Il registro deve essere conservato da chi ha la responsabilità legale dell’edificio e deve essere reso disponibile per l’esame da parte di personale debitamente autorizzato (secondo le legislazioni locali).

 

VERIFICHE INIZIALI

Le verifiche iniziali consistono in operazioni che consentono di verificare il corretto funzionamento dell’impianto (apparecchi di illuminazione di emergenza, sorgente elettrica per i servizi di sicurezza – sia per impianti con lampade di emergenza autonome sia per impianti ad alimentazione centralizzata) e il rispetto dell’installazione dei componenti alle specifiche di progetto. Esse includono:

  • controllo di conformità al progetto in accordo alla Parte 6 della Norma CEI 64-8 verificando che tutti i prodotti del sistema di emergenza siano stati scelti ed installati in accordo ai requisiti di progetto (inclusa la dimensione dei segnali di sicurezza in relazione alla distanza di visione). Verifica che tutti gli apparecchi di illuminazione di emergenza e i segnali di sicurezza siano stati installati nella posizione ed orientati in accordo al progetto e alla documentazione fornita
  • verifiche funzionali e di autonomia di tutti gli apparecchi o sistemi di emergenza
  • verifiche del corretto funzionamento dei sistemi di monitoraggio per i sistemi ad alimentazione centralizzata
  • verifica di integrità e pulizia di tutti gli apparecchi di illuminazione di emergenza e segnali di sicurezza
  • verifica del corretto funzionamento dei sistemi di riposo e di inibizione (dove presenti)
  • verifica dell’assenza di ostacoli che possano impedire la corretta l’illuminazione delle vie d’esodo o la visibilità dei segnali di sicurezza
  • verifica dei requisiti fotometrici in accordo alla EN 1838. In questo caso, essendo il sistema di nuova installazione con lampade e apparecchi praticamente nuovi, non è necessario fare verifiche fotometriche in campo. È considerato sufficiente il controllo di conformità al progetto.

 

ISPEZIONI E VERIFICHE PERIODICHE

Un’ispezione e verifica o manutenzione regolare è essenziale per il corretto funzionamento del sistema. Per questo motivo sono state stabilite le seguenti verifiche e prove:

Ispezioni giornaliere: Un’occhiata al sistema di monitoraggio del sistema di alimentazione centralizzata, per verificare che non ci siano allarmi, è ritenuto indispensabile. Per i sistemi con apparecchi di emergenza a batteria autonoma è consigliato l’utilizzo di metodi di diagnosi centralizzata e verifica quotidiana dello stato complessivo (anche attraverso la remotizzazione delle informazioni). È richiesto di annotare nel registro le sole anomalie riscontrate.

Ispezioni mensili: In aggiunta alle ispezioni giornaliere, ogni mese deve essere effettuato il test funzionale di ogni apparecchio mediante simulazione della mancanza di energia elettrica e controllo della corretta accensione e conseguente verifica di tutti gli indicatori di stato degli apparecchi di illuminazione, compito che può essere affidato a un sistema di test automatico conforme alla EN 63024. L’esito dei test deve essere memorizzato nel registro dell’impianto.

Ispezioni annuali: Annualmente sono richieste le stesse verifiche iniziali ad eccezione della verifica della conformità al progetto e della verifica di conformità ai requisiti illuminotecnici della EN 1838. In aggiunta alle ispezioni mensili, ogni anno è quindi necessario verificare l’integrità di tutti gli apparecchi, l’assenza di rotture, la presenza di sporcizia, ecc. ed è necessario verificare il corretto funzionamento del sistema di riposo o inibizione (se presente). È quindi richiesta anche una verifica funzionale e di autonomia del sistema.

Ispezioni quinquennali: Ogni cinque anni è richiesta una verifica illuminotecnica del sistema.  L’invecchiamento delle ottiche o degli schermi traslucidi, la riduzione di flusso delle sorgenti luminose e la presenza di sporcizia, possono ridurre il flusso luminoso emesso dagli apparecchi di illuminazione. Una verifica sul campo è quindi necessaria. L’allegato B della norma (identico al corrispondente allegato nella EN 1838) fornisce una guida su come effettuare le misure e come valutare i risultati ottenuti.

Per effettuare tutte queste verifiche (quantomeno quelle funzionali), non occorre sempre che il manutentore faccia il giro dell’edificio ogni giorno o ogni mese. Esistono sistemi di automatici di verifica (ATS: automatic test system) sia a livello di prodotto sia a livello di sistema, in grado di simulare i possibili guasti della rete di alimentazione e di verificare il corretto funzionamento di ogni singolo apparecchio o componente. La Norma di riferimento per questi sistemi di verifica è la CEI EN 62034 ed il mercato offre ampia disponibilità di prodotti e sistemi in accordo a questa norma in grado di interconnettersi con piattaforme digitali più evolute per l’elaborazione delle informazioni, il reporting e la presa di decisioni sulla corretta manutenzione degli impianti.

 

CONCLUSIONI

La pubblicazione della EN 1838 e della EN 50172 rappresenta una pietra miliare per l’illuminazione di emergenza. Se da un lato la nuova edizione della EN 1838 ha confermato alcuni principi di base per la progettazione illuminotecnica, dall’altro la EN 50172 rappresenta la prima vera norma europea per regolamentare la manutenzione dei sistemi di illuminazione di emergenza superando tutte le normative locali o nazionali.

Sistemi automatici di verifica, oggi ampiamente disponibili sul mercato, permettono di ridurre al minimo l’impatto umano nelle verifiche funzionali. In particolare, i sistemi di auto-diagnosi a controllo centralizzato consentono di minimizzare l’onere di verifica del corretto funzionamento dell’impianto garantendone allo stesso tempo la massima efficacia e sicurezza di funzionamento nel momento del bisogno.